Cambogia, tra le più povere dell’Asia, raddoppia le spese militari
Phnom Penh (AsiaNews/Agenzie) – La Cambogia raddoppia le spese militari, portandole a 500 milioni di dollari, dopo i recenti scontri al confine con la Thailandia per il tempio di Preah Vihear. Nel Paese gran parte della popolazione è sotto la soglia della povertà (ha meno di un dollaro al giorno per vivere) e ha bisogno delle donazioni internazionali. Intanto per il 7 novembre è prevista una visita congiunta al tempio di autorità cambogiane e delle Nazioni Unite per verificare i danni causati dagli scontri a fuoco.
Cheam Yeap, capo della Commissione finanza dell’Assemblea nazionale cambogiana, dice che la prossima settimana sarà votato il nuovo bilancio statale, con le spese militari che sono il 25% del totale. “Questo incidente – spiega Cheam, riferendosi allo scambio a fuoco avvenuto il 15 ottobre al confine, nel quale sono morti tre soldati cambogiani e uno thai – ci ha mostrato la necessità di migliorare l’equipaggiamento dei soldati. Non possiamo stare a guardare i soldati tailandesi che violano il nostro confine. Il nostro esercito deve essere più organizzato, meglio addestrato, con nuove basi e truppe ben nutrite”.
Da agosto i due eserciti si fronteggiano presso il tempio di Preah Vihear, vecchio di 900 anni e che l’Unesco a luglio ha dichiarato Patrimonio dell’umanità, che entrambi gli Stati rivendicano, sebbene nel 1962 la Corte internazionale di giustizia lo abbia attribuito alla Cambogia. Nei recenti scontri la scultura di una deità indù è stata danneggiata da un scheggia di granata, per la quale le parti si scambiano accuse.
L’esercito cambogiano è stimato contare 100mila uomini, circa un terzo di quello tailandese, ma una forza notevole per una delle più povere nazioni dell’Asia. Da anni i donatori internazionali chiedono alla Cambogia di smobilitare migliaia di veterani, tra cui molti ex guerriglieri Khmer Rossi, per recuperare fondi da investire in sanità e istruzione. Invece nelle ultime due settimane sono stati arruolati altri 3mila uomini, sebbene il premier Hun Sen ripeta che vuole trovare una soluzione concordata con Bangkok.