Cambia il presidente, ma resta uguale il culto della personalità
Ashgabat (AsiaNews/Agenzie) – Dopo 6 mesi di governo, il presidente Kurbanguly Berdymukhamedov ha introdotto poche delle riforme promesse. Intanto il 29 giugno, per il suo 50° compleanno, si è insignito dell’Ordine “Watan” (della Madrepatria), un medaglione di oro e diamanti pesante circa un chilogrammo, per i suoi “eccezionali meriti” negli appena 6 mesi che è presidente. Si è anche attribuito un premio di 20mila dollari e si è aumentato del 30% lo stipendio e la futura pensione. Sono state coniate 400 monete d’oro e d’argento con il suo ritratto. Ha anche curato la pubblicazione della sua biografia.
Difficile non vedervi la continuazione del culto della personalità istituito dall’ex presidente Niyazov, che ha messo il suo ritratto in luoghi pubblici, su banconote, bottiglie di liquore e ovunque, ha costruito statue d’oro che lo ritraggono, si è fatto chiamare Turkmenbashi (“padre di tutti i turkmeni”), ha pubblicato un libro di pensieri (il Ruhnama) obbligatorio nelle scuole come testo di studio ed esposto in tutte le moschee. Adesso molti dei suoi ritratti sono stati tolti da muri e tabelloni stradali. Ma diversi sono stati sostituiti da quello di Berdymukhamedov.
Dopo la presa di potere a dicembre e la successiva elezione a febbraio (in una competizione criticata da esperti perché “non equa”), Berdymukhamedov ha suscitato speranze di cambiamento. Intanto ha rinsaldato il suo potere ed eliminato parecchie figure eminenti, come Akmurad Rejepov, ex capo della guardia presidenziale arrestato a maggio.
Altri osservatori notano che il presidente ha ripristinato dal 1° luglio 100mila pensioni e ha riaperto l’Accademia nazionale delle scienze chiusa dal suo predecessore perché ritenuta “inutile”. C’è, poi, molta attesa per le scelte di politica estera, anche considerato che il Paese è ricco di fonti energetiche. Il presidente ha ripetuto, durante le celebrazioni del compleanno, che Ashgabat mantiene uno “status neutrale”, ha “relazioni uguali” con tutti e “vuole costruire nuovi gasdotti per portare il gas alla Cina, al Pakistan e all’India attraverso l’Afghanistan e in Europa per il Mar Caspio”. In cambio, commentano gli esperti, si aspetta che nessuno interferisca negli “affari interni” del Paese, contrassegnati dalla continua violazione dei diritti umani e della libertà religiosa. Nonostante le ricchezze del sottosuolo, la gran parte della popolazione vive in povertà.