Calma apparente a Bangkok, Abhisit torna nella sede del governo
Il primo minstro ha incontrato i diplomatici stranieri per riferire della situazione nel Paese dopo gli scontri delle ultime settimane. Il tribunale ha confermato i mandati di arresto a carico di 36 leader delle “camicie rosse” pro-Thaksin. L’ex premier ottiene un passaporto diplomatico dal Nicaragua, dopo la revoca di quello thai.
Bangkok (AsiaNews/Agenzie) – Tra imponenti misure di sicurezza, il premier Abhisit Vejjajiva è rientrato oggi nella sede del governo; in Thailandia regna una situazione di calma apparente dopo le rivolte di piazza scatenate dalle “camicie rosse” pro-Thaksin, le quali hanno interrotto il vertice Asean a Pattaya – in programma lo scorso fine settimana – e bloccato per giorni le strade di Bangkok.
Il primo ministro Abhisit è giunto a palazzo per un incontro con i diplomatici stranieri: al centro dei colloqui le rivolte dei giorni scorsi, che hanno causato la morte di due persone e 123 feriti. La polizia ha inoltre aperto una inchiesta in merito al ritrovamento, sulle sponde del fiume principale di Bangkok, di due cadaveri legati e imbavagliati. Il luogo è stato teatro delle recenti proteste antigovernative dei sostenitori dell’ex-premier in esilio Thaksin Shinawatra; finora non si avevano conferme ufficiali di vittime fra le “camicie rosse”.
Il tribunale di Bangkok ha approvato il mandato di arresto richiesto dalla polizia per 36 manifestanti: 12 di loro sono accusati di aver attaccato il corteo e l’auto del premier Abhisit dopo una riunione di governo, la scorsa settimana, a Pattaya. Altri14 leader e simpatizzanti pro-Thaksin sono incriminati per aver impedito lo svolgimento del vertice allargato dei Paesi dell’Asean; fra questi vi è anche Arisman Pongruangrong, ex parlamentare del partito Thai Rak Thai. Gli ultimi 10 mandati di arresto sono stati emessi nei confronti di “camicie rosse” che, domenica scorsa, hanno assaltato la vettura del premier e del segretario generale Nibhon Phromphan.
Il governo del Nicaragua ha infine annunciato di aver rilasciato un passaporto diplomatico all’ex primo ministro Thaksin, in esilio a Dubai per sfuggire alle accuse di corruzione e abuso di potere emesse a suo carico. Nel gennaio scorso, durante una vista nel Paese dell’America centrale, l’ex premier è stato nominato “ambasciatore speciale” e ha ottenuto un passaporto diplomatico; l’accredito gli è stato consegnato il mese successivo nel corso di un faccia a faccia con il presidente Daniel Ortega. Bangkok ha invece revocato il passaporto thailandese di Thaksin, perché avrebbe incitato i dimostranti alla rivolta, causando la cancellazione del summit Asean.
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