10/05/2019, 12.33
INDIA
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Calcutta, la ‘Casa della speranza’ e l’amicizia fra Jean Vanier e Madre Teresa

di Nirmala Carvalho

“Asha Niketan” (la Casa della speranza) è una delle comunità dell’Arca, fondata da Jean Vanier nel 1973. Il terreno su cui sorge ora la casa è stato donato da Madre Teresa, che ha spesso visitato i residenti della comunità. “Tutte le volte che Jean Vanier si trovava a Calcutta, andava a visitare Madre Teresa”. Mons. Thomas D’Souza: “Jean Vanier ha scoperto il valore dell’amore nell’ascoltare col cuore le persone con speciali abilità”.

Calcutta (AsiaNews) – “Negli ultimi 49 anni, Jean Vanier ha visitato l’India molte volte. Tutte le volte che si trovava a Calcutta, andava a visitare Madre Teresa”.  Così, il sig. Rana, direttore della “Casa della speranza”, ricorda l’amicizia fra il fondatore delle comunità dell’Arca e la fondatrice delle Missionarie della carità, commentando la notizia della morte di Vanier, avvenuta lo scorso 7 maggio.

“Jean Vanier e Madre Teresa – continua Rana - erano come fratello e sorella. Essi condividevano l’amore per le persone, specie per coloro che erano differenti”.

Domani alle 15, la Casa della speranza (“Asha Niketan”) terrà uno speciale servizio di preghiera in ricordo del fondatore dell’Arca, la rete di comunità che accoglie persone sane e persone con disabilità.

La Casa della sparanza a Calcutta è una di queste comunità, fondata da Jean Vanier nel 1973. La sua storia si intreccia con quella di Madre Teresa.

“Nel 1990 – racconta Rana - ci siamo trasferiti nella sede attuale, a Tangra. Lo stesso Jean Vanier è venuto per l’inaugurazione. Il terreno ci è stato donato da Madre Teresa: la nostra casa è proprio adiacente a una delle comunità delle Missionarie della Carità, a 4 km circa dalla Casa Madre”.

La Casa della speranza è un edificio a due piani che accoglie i residenti stabili e gli assistenti, l’ufficio del direttore, una zona di raduno e di lavoro. con ufficio e due giardini.

“Siamo nel cuore di un quartiere molto povero, fianco a fianco delle Missionarie della Carità. Molti dei nostri residenti – spiega ancora Rana – vengono a vivere da noi dopo essere stati ospitati dalle suore. Qui a Calcutta abbiamo due case: Adi Bari e Thakur Bari: entrambe accolgono adulti e bambini con disabilità mentali, insieme ai loro assistenti. Abbiamo anche una zona di lavoro per produrre candele, tessuti batik, composizioni di carta, cartoline.  Ad Adi Bari abbiamo anche un centro diurno dove bambini con disabilità intellettuali giocano, imparano a fare semplici lavori, e i loro genitori ricevono guida e sostegno. I bambini che non riusciamo ad accomodare in modo permanente, sono seguiti in un programma all’esterno. Gli assistenti visitano le loro case una volta la settimana; ogni assistente cura uno di loro”.

Al presente, la Casa della speranza accoglie 90 residenti, dai quattro anni fino a 62 anni. Rana, direttore da due anni, lavora nella comunità da 30 anni. “Madre Teresa – dice - veniva a visitarci spesso. E Jean Vanier era una persona semplice e spirituale. Egli trovava la gioia, nella gioia delle persone semplici”.

Un altro frequentatore della Casa della Speranza è l’arcivescovo di Calcutta, mons. Thomas D’Souza. Ad AsiaNews commenta: “Jean Vanier ha scoperto il valore dell’amore nell’ascoltare col cuore le persone con speciali abilità. Le persone che vivono nell’Asha Niketan lo hanno colpito e trasformato. Nello stesso tempo, il suo approccio umano e spirituale ha trasformato i residenti di Asha Niketan e coloro che li servono. Qui a Calcutta abbiamo accolto la notizia della morte di Jean Vanier con un cuore pieno di gratitudine verso la sua testimonianza e preghiamo per lui e per il suo eterno riposo”.

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