Calano del 10% in un anno i sostenitori della sharia in Indonesia
Jakarta (AsiaNews/Agenzie) – Tra aprile 2009 e marzo 2010, scendono dal 43% al 36% gli indonesiani che hanno risposto in modo affermativo alla domanda: “Vorresti che la sharia fosse introdotta nella tua area?”.
Lo rivela un’indagine condotta da Roy Morgan Single Source, società australiana di rilevazioni statistiche considerata di assoluta affidabilità, sulla base di migliaia di interviste che, in proiezione, rispecchiano la volontà di più dell’85% della popolazione indonesiana.
Questi numeri contrastano con le affermazioni dei sindaci di Bekasi e Tangerang, che continuano a spingere per introdurre la sharia, con la motivazione di far rispettare la volontà della maggioranza della popolazione che li ha eletti. Ma a Bekasi solo il 42% della popolazione vuole la sharia, a Tangerang appena il 38% è d’accordo.
La realtà, secondo i dati, è che solo una minoranza è favorevole alle norme previste dalla sharia. A marzo 2010, le persone che ritenevano giusto “tagliare le mani ai ladri” erano il 32%, il 6% in meno rispetto al 2009. Stessi numeri e identico calo per chi ritiene giusto “frustare a morte in pubblico gli adulteri”.
L’Indonesia è il più grande Paese islamico del mondo. Su una popolazione di circa 230 milioni di persone, l’86% è di religione islamica, solo il 3% cattolica. In Indonesia si verificano spesso violenze contro i cristiani che vengono presi di mira dagli estremisti. Nei primi mesi del 2010, nella sola città di Bekasi, radicali islamici hanno interrotto funzioni religiose, impedito ai cristiani l’accesso alla messa, distrutto luoghi di culto e bloccato lavori di costruzione di nuove chiese.