Caccia agli eredi di Noordin Top, capo di Al Qaeda nel sud-est asiatico
Dopo l’annuncio della morte del capo di al Qaeda nel sud-est asiatico la polizia di Jakarta tiene alto il livello di allerta. Nella lista dei possibili eredi dell’estremista islamico di origine malaysiana anche il suocero Bahrudin Latif ed il reclutatore del kamikaze della bomba all’hotel Marriott di agosto.
Jakarta (AsiaNews/Agenzie) - La morte di Noordin Mohammad Top, capo di al Qaeda nel sud-est asiatico, non decreta la fine del terrorismo in Indonesia. Dopo nove anni di caccia e numerosi annunci di cattura, nemmeno l’uccisione avvenuta il 16 settembre chiude la vicenda del pluriricercato estremista islamico.
Dopo il blitz a Mojosongo, sobborgo di Surakarta, città dello Java Centrale, che ha portato all’uccisione di Top e quattro suoi seguaci, la polizia ha rinvenuto un “testamento” della cellula terroristica in cui i militanti islamici assicurano che “i nostri fedeli sostenitori continueranno sicuramente la nostra santa missione”.
La lista dei possibili successori di Top è lunga. Tra i principali indiziati a raccogliere l’eredità del terrorista di origine malaysiana, c’è Syaifuddin Jaelani che reclutò il 17enne Dani Dwi Permana, esecutore materiale dell’attentato esplosivo all’hotel Marriott di Jakarta del 17 agosto. Altri nome di spicco nell’elenco stilato dalla polizia di Jakarta sono quelli di Mohammad Syahrir, alias Aing,fratello di Jaelani, e Bahrudin Latif, alias Baridin, suocero di Top e considerato una delle figure di spicco di Al Qaeda nel sud-est asiatico.
Dal blitz che ha portato all’uccisione di Top la polizia ha ricavato nuove informazioni sulla rete terroristica operante in Indonesia. Tra i cinque estremisti uccisi figura che Adib, alias Budi Susilo. Lavorava come giardiniere presso una pesantren, un collegio islamico, di cui era stato in precedenza alunno. Per gli investigatori questo fatto conferma un sospetto emerso ad agosto, quando Top ed il suocero Baridin erano stati avvistati in una pesantren diCilacap. La polizia infatti reputa che gli estremisti possano contare sull’appoggio di numerose istituzioni islamiche sparse per il Paese, ma concentra le indagini anche sui collegamenti del gruppo di Top al di fuori del Paese.
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