Bush in India per aprire nuovi rapporti tra i due Paesi
Previsti più collaborazione in agricoltura ed energia e maggiori scambi commerciali, ma Washington mira a una stabile alleanza politica. Il nodo nucleare. Con 300 milioni di persone che soffrono la fame, New Delhi ha bisogno di aiuto per un più rapido sviluppo.
New Delhi (AsiaNews/Agenzie) - Inizia la prima visita del presidente George Bush in India, potenza emergente che può rivaleggiare con la Cina, grazie ad una crescita annua dell'8%. La Goldman Sachs ha previsto che entro il 2032 l'India sarà la 3° maggiore economia. Imprese indiane sono presenti nel mondo alla ricerca di materie prime. "Sono indiani - dice Nandan Nilekani, presidente dell'Infosys Technologies, leader indiana per il software - circa il 20% dei giovani del mondo sotto i 24 anni e il 70% della nostra popolazione ha meno di 36 anni. La nostra giovane forza lavoro sarà competitiva nel mondo".
Fino ad epoca recente i rapporti tra i due Stati erano segnati dalle sanzioni imposte dagli Stati Uniti dopo gli esperimenti nucleari di New Delhi del 1998. Ma con Europa e Giappone che diventano più deboli e la Cina che cresce, l'India è per gli Usa una priorità strategica e Bush la definisce "un Paese che condivide i nostri valori democratici e l'impegno per una società multietnica e multi-religiosa".
La lingua inglese è un altro fattore favorevole: ci sono più persone che parlano inglese in India che negli Stati Uniti. In India sono svolti molti servizi per banche, società di assicurazione e altre ditte americane: di notte, in alte torri di vetro, gli indiani rispondono alle richieste dagli Stati Uniti di utenti di banche e altre ditte Usa.
Gli Stati Uniti offriranno accordi di cooperazione nei settori agricolo, commerciale ed energetico, mentre controversa è una collaborazione nucleare che implica l'eliminazione del divieto di vendere tecnologia nucleare al Paese. Washington vuole raggiungere accordi anche se New Delhi rifiuta di firmare il Trattato di non proliferazione nucleare, ma ci sono opposizioni in entrambe le Nazioni. Buddhadeb Bhattacharjee, primo ministro del Bengala occidentale, comunista e membro della coalizione di governo, definisce l'amministrazione Bush come "la più organizzata banda di assassini". Ma l'India è anche un vasto mercato. Nel seguito di Bush ci sono uomini d'affari per aprire maggiori relazioni commerciali tra le due Nazioni. "La classe media indiana - ha detto Bush di recente - è di 300 milioni di persone, più dell'intera popolazione degli Stati Uniti. La classe media indiana compra condizionatori d'aria, elettrodomestici per cucina e lavatrici, in gran parte di compagnie americane come GE e Whirlpool". Nel 2005 l'export statunitense in India è cresciuto del 30%.
Anche l'India considera importanti maggiori rapporti con gli Stati Uniti, ma agisce con cautela. "Possiamo avere convergenze - osserva una fonte del ministero indiano degli Esteri - ma un'alleanza richiede molto di più". Peraltro il Paese non può sprecare occasioni di sviluppo. É povero di infrastrutture e servizi - strade congestionate, mancanza d'acqua potabile, scarsità d'energia, aeroporti arretrati e con il personale in continua agitazione, oltre a una burocrazia tortuosa - e c'è un immenso divario tra i ricchi e chi fa la fame. Oltre 300 milioni di persone vivono con meno di 1 dollaro Usa al giorno, circa il 45% dei bambini sotto i 5 anni è malnutrito. Nel centro di New Delhi sono numerosi i ristoranti e i negozi di gusto occidentale, ma nei sobborghi la gente vive in capanne di canne di bambù tra fogne a cielo aperto e ha materassi di paglia, alleva capre e galline. Qui abita molta gente che ha lasciato il villaggio per fuggire la povertà, ma che dopo 20 anni non ha ancora una casa e spera che il governo assegni un pezzo di terra.(PB)