17/03/2005, 00.00
LIBANO - USA
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Bush e Sfeir: Libano libero e democratico

Nel corso del colloquio alla Casa bianca ribadita la necessità del ritiro della Siria. Attese del Patriarca per un sostegno al Paese dei cedri da parte delle istituzioni finanziarie internazionali. Osservatori internazionali per le prossime elezioni.

Beirut (AsiaNews) – Gli Stati Uniti vogliono un Libano libero e democratico e per questo continuano a chiedere il totale ritiro dell'esercito e dei servizi di sicurezza della Siria, in modo che i libanesi possano liberamente tenere le loro elezioni. E' quanto ha affermato il presidente Gorge W. Bush al termine del colloquio avuto ieri alla Casa bianca  con il patriarca maronita Nassrallah Sfeir che ha portato al presidente americano, "le speranze di indipendenza, di sovranità e di libertà di tutti i libanesi".

"Assicuro vostra eminenza – ha detto il presidente – che la politica degli Stati Uniti è di lavorare insieme con i suoi amici ed alleati per ottenere che la Siria ritiri le sue truppe e i suoi servizi segreti dal Libano, in modo che il processo elettorale sia libero e giusto".

In un memorandum presentato dal Patriarca c'è una ricostruzione storica della crisi libanese, dalla "guerra di altri combattuta sul suolo libanese" all'accordo di Taef. Vi si chiede in particolare che il Libano possa far parte del concerto delle nazioni. Il patriarca Sfeir, al termine dell'incontro, ha affermato che la situazione non è stata esaminata "in dettaglio" e che non si è parlato della questione Hezbollah. Si è comunque mostrato fiducioso che il ritiro siriano avverrà. Quanto alla possibilità di un sostegno concreto da parte di istituzioni finanziarie internazionali, il Patriarca ha affermato che "i particolari saranno precisati in seguito".

L'incontro del Patriarca con il presidente Bush era stato preceduto da una riunione con il numero due del Dipartimento di Stato, Robert Zoellick. Al termine della riunione, ad una domanda dei giornalisti presenti su quali fossero le richieste presentate, il patriarca Sfeir ha risposto di "non avere l'abitudine di trasmettere le richieste di una sola categoria di libanesi, ma quelle di tutti i libanesi, che sono ormai note a tutti". Egli ha definito "una cosa buona" l'apertura di un'inchiesta internazionale sull'uccisione dell'ex premier libanese Rafic Hariri e la presenza di ispettori internazionali per la supervisione delle prossime elezioni.

Nel corso della visita negli Stati uniti, il Patriarca si è anche recato alla Conferenza episcopale degli Usa. Ai vescovi cattolici ha illustrato la situazione dei cristiani orientali e la difficoltà che alcuni hanno ad accettare di considerarli come orientali a tutti gli effetti. Egli ha parlato anche del ruolo fondamentale che questi cristiani giocano come punto di incontro tra Oriente e Occidente, islam e cristianesimo, tradizione e modernità. (JH)
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