12/06/2024, 16.15
CINA-UNIONE EUROPEA
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Bruxelles: dal 4 luglio dazi fino al 38% sulle auto elettriche cinesi

Si inasprisce la guerra commerciale con Pechino che grida al "protezionismo" e sostiene che saranno gli interessi dell'Europa a uscirne danneggiati. I media cinesi da giorni minacciano ritorsioni sulle importazioni di prodotti agro-alimentari dall'Unione. Malumori in Germania, Ungheria e Svezia. Stimato un danno annuale di 4 miliardi di dollari per le industrie cinesi.

Bruxelles (AsiaNews/Agenzie) – Dal 4 luglio l’Unione europea alzerà i dazi sulle importazioni di auto elettriche cinesi, se non verrà trovata un’intesa con le autorità cinesi. Sono le misure varate dalla Commissione europea sulla questione delle “sovvenzioni pubbliche” ai produttori, da tempo nel mirino di Bruxelles che la giudica una forma di concorrenza sleale nei confronti delle sue aziende. La mossa, annunciata oggi come previsto all’indomani della tornata elettorale per il rinnovo del Parlamento europeo, è stata immediatamente tacciata di “protezionismo” dalla Repubblica popolare cinese secondo cui “saranno gli interessi dell’Europa a uscirne danneggiati”.

La Commissione europea ha ordinato un aumento provvisorio dei dazi sui produttori cinesi: 17,4% per la principale BYD, 20% per la Geely e 38,1% per la SAIC. La differenza è legata al livello di sovvenzioni statali ricevute dalle aziende. Gli altri produttori di auto elettriche in Cina che hanno collaborato con l'indagine della Commissione, ma che non sono stati inclusi nel campione, dovranno pagare un dazio medio del 21%, mentre a quanti non hanno collaborato sarà applicato quello del 38,1%. Queste misure si aggiungono all'attuale dazio del 10% applicato su tutte le auto elettriche prodotte in Cina.

L’entrata in vigore è fissata in via provvisoria a partire dal 4 luglio per diventare poi definitiva a partire da novembre se la questione non verrà risolta. La misura potrebbe però essere ancora bloccata se la maggioranza qualificata degli Stati dell'Unione europea - 15 Paesi che rappresentano almeno il 65% della popolazione del blocco - dovesse esprimersi contro. Tra i Paesi europei è contraria la Germania - che ha forti interessi nel mercato automobilistico cinese - insieme all’Ungheria (dove dovrebbe sorgere presto un grande impianto produttivo della BYD) e alla Svezia (essendo Volvo controllata da Geely).

Nelle scorse settimane i media cinesi avevano intensificato le minacce di Pechino di prendere di mira le esportazioni dell'Ue, compresi carne di maiale e prodotti lattiero-caseari, nel caso Bruxelles avesse varato questi dazi. E oggi il portavoce del ministero degli Esteri di Pechino Lin Jian, rispondendo a una domanda sulla questione, ha puntato sulle divisioni interne all’Europa su questo tema: “Abbiamo notato che alti funzionari e leader aziendali di diversi Paesi europei si sono recentemente dichiarati contrari all'indagine della Commissione europea e hanno affermato che imporre ulteriori tariffe sui veicoli elettrici cinesi per proteggere l'industria europea sarebbe un approccio sbagliato - ha dichiarato -. Esortiamo l'Ue a tener fede al suo impegno di sostenere il libero scambio e di opporsi al protezionismo, e a lavorare con noi per sostenere la cooperazione economica e commerciale globale tra le due parti. La Cina adotterà tutte le misure necessarie per difendere con fermezza i nostri diritti e interessi legittimi”.

La Cina è il più grande esportatore di automobili al mondo e l'Europa è un mercato cruciale per i suoi interessi. Secondo il Peterson Institute for International Economics, con sede negli Stati Uniti, le importazioni di veicoli elettrici dalla Cina passeranno da circa 57.000 nel 2020 a circa 437.000 nel 2023. Prima della mossa dell'Ue, l'Istituto tedesco Kiel per l'economia mondiale aveva stimato in un rapporto in 125.000 auto elettriche cinesi in meno all’anno l’impatto di un dazio del 20%, con un danno economico per l’industria cinese di quasi 4 miliardi di dollari.

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