Bruciano il consolato danese a Beirut in risposta alle vignette su Maometto
Più di 20 mila dimostranti, di un nuovo "Movimento nazionale per la difesa del Profeta Maometto" hanno dato alle fiamme l'edificio, distruggendo vetrine, lanciando sassi a una chiesa. Trascinante l'esempio della Siria.
Beirut (AsiaNews/Agenzie) - Una folla furiosa ha dato stamane alle fiamme l'edificio che ospita il consolato fanese a Beirut, per protestare contro le vignette su Maometto. Le forze della sicurezza libanese hanno lanciato gas lacrimogeni a una folla di oltre 20 mila persone, lasciando quasi 30 feriti. I dimostranti hanno usato delle scale per entrare nell'edificio, distruggendo partei e finestre con bastoni e asce. Altri hanno assaltato il camion dei pompieri disperdendo l'acquan nella strada.
Quanto avvenuto a Beirut è un remake di ciò che è successo ieri in Siria. Sabato a Damasco, una folla inferocita di siriani ha bruciato le ambasciate danese e norvegese e hanno cercato di entrare nella missione francese. Dopo le proteste in Siria, i diplomatici danesi avevano evacuato l'edificio del consolato a Beirut, temendo dei disordini. L'edificio è anche sede del consolato austriaco e di una banca.
Polizia antisommossa, con scudi, maschere e elmetti hanno tentato di fermare l'ondata di protesta. Alcuni mullah erano presenti fra la folla cercando di fermare le violenze. I manifestanti hanno bruciato diverse bandiere danesi.
"Questo è il destino di tutti coloro che si mettono contro l'Islam e il nostro Profeta" ha detto un giovane dimostrante, con una fascia verde sulla fronte. Molti di coloro che hanno manifestato appartendono a un gruppo detto "Movimento nazionale per la difesa del Profeta Maometto".
I manifestanti hanno anche attaccato altri edifici e negozi della zona, l'area a maggioranza cristiana di Achrafiyeh; hanno distrutto vetrine di negozi, distrutto automobili e hanno lanciato sassi a una chiesa.
Negli scontri con la polizia almeno 28 persone sono rimaste ferite; alcune hanno ricevuto cure mediche a causa dei gas lacrimogeni e di alcune fratture. Il governo danese ha chiesto a tutti i connazionali di lasciare il Libano, precisando di "rimanere in casa fino a che le opportunità per il viaggio non sono confermate".
Fuad Siniora, Primo ministro libanese, ha condannato le violezne e accusato gruppi di essere responsabili nel "diffondere disordini".
"Questi dimostranti - ha aggiunto - fanno del male all'Islam. I responsabili forse sono stati influenzati da quanto è accaduto ieri a Damasco".
Mohammad Rashid Qabani, gran Mufti del Libano, ha chiesto a tutti di essere calmi. "Non vogliamo - ha detto - che l'espressione della nostra condanna sia usata da alcuni per offrire una immagine distorta dell'Islam. Oggi è un momento importante di verifica: facciamo sì che la nostra condanna sia secondo i valori dell'Islam".
Oggi la Danimarca ha condannato le forze di sicurezza siriane per non aver prevenuto la violenza a Damasco. "La Siria ha fallito nei suoi doveri ", ha detto il ministro degli esteri Per Stig Moeller. "E' inaccettabile - ha aggiunto in un comunicato - che l'ambasciata non fosse protetta dalla Siria".
"Noi riteniamo la Siria respinsabile di queste violente manifestazioni: nel loro paese non puo' avvenire nulla senza la conoscenza e il sostegno del governo", ha detto Scott McClellan, portavoce della Casa Bianca.
L'Unione Europea ha condannato gli attacchi di Damasco, e quelli ai suoi uffici a Gaza come "assolutamente inaccettabili".
Anche la Norvegia ha criticato la Siria per gli attacchi alle ambasciate definendole "completamente inaccettabili". Gahr Stoere, ministro norvegese degli esteri, ha detto che la sua controparte, il ministro Faruq al-Shara, si è scusato per l'accaduto.