Bozza di legge USA contro le ditte che aiutano la censura cinese online
Il provvedimento, se approvato, prevede una multa di due milioni di dollari e cinque anni di galera per le aziende "che si piegano alle richieste di censura dei governi" di Cina, Cuba, Iran, Libia e Myanmar.
Washington (AsiaNews/Scmp) Christopher Smith, deputato degli Stati Uniti, ha proposto al Congresso una bozza di legge che, se approvata, rende illegale per le compagnie americane che forniscono servizi internet "accettare la censura di Pechino e fornire al governo cinese i dati personali degli utenti registrati".
Il politico, repubblicano e presidente di una sotto-commissione per i diritti umani, ha chiamato la bozza "Atto per la libertà globale online" ed ha specificato che prevede una sezione apposita per le aziende americane, a cui sarà proibito mantenere i server, i dati utenti ed i dati di ricerca sul suolo cinese.
Il decreto "mira a promuovere la libertà di espressione su internet": la sua proposta segue di pochi giorni l'infuocato dibattito che si è tenuto al Congresso la settimana scorsa, quando compagnie come Google, Microsoft, Yahoo! e Cisco Systems sono state accusate da diversi deputati di "eliminare i diritti umani in Cina" attraverso "l'atteggiamento servile nei confronti del governo".
Smith ha proposto per le compagnie "colpevoli di questi reati" una multa pari a due milioni di dollari e la detenzione per periodi che arrivano a cinque anni: sarà possibile inoltre per le vittime di queste discriminazioni "cercare giustizia nei tribunali americani".
Oltre al territorio cinese, sono previste pene per comportamenti simili nel Belarus, a Cuba, in Iran, in Libia, nelle Maldive e nel Myanmar.
20/04/2007
26/09/2017 11:21