Borse asiatiche più calme, ma si aspetta “il peggio”
Hong Kong (AsiaNews/Agenzie) – I mercati asiatici registrano oggi piccole crescite accanto a piccole perdite, grazie alla decisione delle banche centrali di abbassare i tassi di interesse. Ma il Fondo monetario internazionale e lo stesso Henry Paulson, del Tesoro Usa, avvertono che si attendono tempi difficili.
La borsa di Hong Kong ha registrato oggi un incremento del 2,7%; ieri aveva perduto fino all’8%. Quella di Tokyo, dopo essere salita dell’1,9, ha chiuso con un meno 0,5. Ieri aveva registrato la sua maggior caduta in 4 anni, perdendo quasi il 10%.
L’indice di Shanghai, che nei giorni scorsi era sceso dell’8,79%, oggi si è chiuso con un piccolo margine negativo di meno 0,84%.
Per riparare i danni del mercato finanziario, in un coordinamento senza precedenti, la Federal Reserve Usa, la Banca centrale europea, le banche centrali di Canada, Gran Bretagna, Svezia, Svizzera e Cina hanno ridotto i tassi di interesse. Oggi hanno fatto lo stesso Taiwan e Corea del Sud. Il Giappone non lo ha fatto, ma ha immesso sul mercato monetario altri 20 miliardi di dollari.
Tutte questi passi di emergenza non cancellano quella che gli investitori definiscono “l’ombra di una crisi senza precedenti”.
Ieri Paulson ha avvertito che, nonostante il piano di emergenza di 700 miliardi di dollari, ci saranno altre banche che potranno andare in bancarotta e che comunque, la crisi finanziaria non finirà troppo presto.
Il Fondo monetario internazionale avverte pure che l’economia mondiale sta avanzando verso la recessione: “Molti Paesi ad economia avanzata sono ormai vicini alla recessione, mentre le economie emergenti stanno rallentando rapidamente”. Le rivelazioni dell’Fmi – per ora non ufficiali - vengono a un giorno dall’incontro del G7 a Washington, ove i Paesi più ricchi del mondo si incontrano per discutere dell’economia globale e della povertà. Secondo una bozza di studio dell’organismo, l’anno prossimo gli Usa avranno una crescita dello 0,1%; l’economia globale del 3%. Quest’anno gli Usa hanno realizzato una crescita dell’1,6; quella globale è stata 3,9.