Borneo: scontri fra ribelli filippini ed esercito malaysiano, Jakarta blinda le frontiere
Jakarta (AsiaNews) - È massima allerta fra le autorità indonesiane, che guardano con preoccupazione all'escalation di violenze nella provincia malaysiana di Sabah, nella parte settentrionale dell'isola del Borneo. Jakarta ha predisposto un innalzamento nei livelli di sicurezza e rafforzato i controlli alle frontiere nell'area del Borneo orientale. Dal 4 febbraio scorso almeno 200 miliziani filippini appartenenti "all'Esercito reale del sultanato di Sulu" sono asserragliati nella località di Sabah e combattono contro i militari inviati da Kuala Lumpur.
A nulla sino valsi, sinora, i tentativi di mediazione compiuti dal premier malaysiano Najib Razak e dal presidente filippino Benino Aquino, che in queste settimane hanno più volte invitato i ribelli islamici guidati da Jamalul Kiram, "il sultano di Sulu", ad abbandonare le armi. Ieri l'esercito della Malaysia ha lanciato un pesante attacco aereo, in attesa dell'offensiva di terra; di contro, i miliziani annunciano che sono pronti a combatter "fino alla morte".
Le autorità di Jakarta hanno concentrato le attenzioni sulla reggenza di Nunukan, nella provincia di East Borneo, da tempo un importante hub commerciale e turistico fra Indonesia e Malaysia. Al tempo stesso la zona è un centro di reclutamento e crocevia per i gruppi estremisti musulmani filippini, che entrano da clandestini in territorio indonesiano per smerciare armi o altri oggetti attraverso "canali" illegali.
Il gen. Anas Yusuf, capo della polizia nella provincia di East Borneo, sottolinea che è in atto "un'operazione coordinata fra le parti" per "minimizzare" il più possibile qualsiasi ipotesi di "pericolo lungo il confine". In particolare, l'attenzione è concentrata attorno alle isole di Sebatik e Seimenggaris, centro strategico usato dagli islamisti di Mindanao per fornire aiuti e logistica ai miliziani filippini a Sabah.
Nel frattempo, il ministero indonesiano degli Esteri riferisce che centinaia di lavoratori nelle piantagioni di palma a Sabah sono stati evacuati, nel timore che possano rimanere coinvolti nel conflitto in corso.