Bombe contro raduno sunnita a Multan: 39 morti
Non si conoscono i responsabili dell'attacco e per ora non c'è stata rivendicazione. La polizia sospetta che si tratti di un attentato organizzato dagli integralisti sciiti, che in Pakistan sono una minoranza. Lo scorso 2 ottobre a Sialkot, un'attentato suicida contro la moschea sciita Masjid-e-Zainabia, ha causato 31 morti e 75 feriti. Arshad Hameed, vice capo della polizia cittadina ha detto che "sembra essere un atto di terrorismo di una setta, ma stiamo ancora investigando". Il capo delle forze dell'ordine di Multan, Sikander Hayyat, ha definito improbabile l'ipotesi di un kamikaze: "Non sono stati ritrovati resti umani all'interno dell'auto". Sheik Rashid, ministro dell'informazione pakistano, ha condannato l'attacco: "È un brutale atto di terrorismo che mira a destabilizzare il paese".
Testimoni oculari riferiscono di circa 2 mila sunniti radunati fuori dall'ospedale di Nishtar - dove sono stati trasportati alcuni feriti - che urlavano slogan come "Gli sciiti sono degli infedeli". La polizia ha aumentato i controlli nella città, già teatro di scontri violenti tra gli estremisti delle 2 comunità musulmane.
Il leader sunnita Azam Tariq, parlamentare, era stato ucciso insieme ad altre 4 persone in un attacco nei sobborghi della capitale. Il suo gruppo, Sipah-e-Sahaba Pakistan (Ssp), è una delle sette formazioni estremiste islamiche messe al bando dal presidente pachistano Pervez Musharraf.
06/06/2006