Bombe a Kerbala e Najaf: leader sciiti "non vendetta, ma elezioni"
E' la risposta agli attentati suicidi che hanno ucciso 60 persone.
Kerbala (AsiaNews/Agenzie) Non rispondere alla violenza con la violenza, ma continuare a prepararsi per le elezioni. E' la risposta di Bahr al-Uloum, influente religioso sciita, ai due attentati suicidi che ieri hanno colpito Kerbala e Najaf, le due città sante dell'islam sciita in Iraq, uccidendo 60 persone e causando oltre 120 feriti. Le esplosioni sono avvenute ad un'ora di distanza l'una dall'altra: la prima a Kerbala, dove l'esplosione è avveunta tra i bus della stazione cittadine, la seconda con un'autobomba nella piazza centrale di Najaf, dove una folla stava seguendo in corteo un funerale, alla presenza del capo della polizia della città e del governatore provinciale.
Sempre ieri la guerriglia ha attuato la sua minaccia di sabotare la preparazione alle elezioni del prossimo 30 gennaio colpendo un gruppo di impiegati per il voto nel centro di Baghdad. Circa 30 uomini armati, armati e lanciando granate, hanno teso un'imboscata a 5 dipendenti della Commissione elettorale irachena che viaggiavano su un'auto in Haifa Street, nel cuore della capitale. Gli assalitori hanno costretto i 5 a scendere, ne hanno ammazzato 3 mentre 2 sono riusciti a fuggire. Haifa Street è la via tristemente nota per gli attacchi degli estremisti sunniti.
Nel frattempo i leader musulmani sciiti hanno invitato la popolazione a non compiere atti di vendetta per le 2 bombe di Kerbala e Najaf: "Gli sciiti - ha dichiarato Bar al-Uloum - sono impegnati a non rispondere con la violenza che porta solo altra violenza. Siamo decisi a tenere le elezioni". Gli attentati, ha aggiunto Mohammed Said al-Hakim, uno dei quattro più alti leader sciiti di Najaf, vogliono "incitare al settarismo violento". Ma "Dio ricompenserà e vendicherà le vittime".