11/10/2005, 00.00
INDONESIA
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Bombe a Bali, Jakarta offre all'esercito di partecipare alle indagini

Jakarta (AsiaNews) – Il presidente indonesiano Susilo Bambang Yudhoyono ha annunciato che alle indagini sull'attentato di Bali del 1 ottobre parteciperà anche l'esercito nazionale (Tni).

La decisone non ha il favore di Ong e attivisti per i diritti umani, i quali non vedono di buon occhio una crescita di poteri delle Forze armate; queste fino alla caduta del dittatore Suharto (1999) hanno giocato un forte ruolo nella politica e nell'economia del Paese; il gen. Wiranto, a capo del Tni sotto Suharto, è accusato dall'Onu di crimini contro l'umanità per le violenze a Timor Est.

Il provvedimento di Susilo conferisce ai reparti dei Servizi segreti militari nuovi poteri, fra cui la possibilità di infiltrarsi in incognito nelle fila degli estremisti di Java. Ansyaad Mbai, Ispettore generale, sostiene che "come il terrorismo è un'organizzazione ben ramificata, per combatterlo serve altrettanta capacità, dote dell'esercito". Endriartono Sutarto, generale capo delle Forze armate, risponde all'invito e si dice "pronto" ad attivare un controllo capillare di tutto il territorio.

Proprio il "controllo territoriale" viene criticato dalle Organizzazioni non governative: esso dà all'esercito un potere esteso e discrezionale, vietato dall'articolo 11 della legge 34 del 2004.

Anche voci "non militari" si sono espresse a favore della decisione presidenziale: polizia ordinaria e servizi segreti civili sono infatti accusati di "incompetenza e lentezza nelle indagini" dai media nazionali e da buona parte della classe dirigenziale. 

Intanto la polizia indonesiana ha affidato le indagini sull'attentato di Bali del primo ottobre alla squadra anti-terrorismo Detasement 88, meglio conosciuta come Densus 88 e definita "unità d'elite". L'operazione partirà in modo ufficiale domani, 3 anni dopo il primo attentato di Bali in cui morirono 202 persone. Il Brigadiere generale Soenarko, portavoce delle forze di polizia, spiega che tutti gli uomini sono "in massima allerta" e che ad ogni angolo ritenuto "strategico" sono disposti uomini dei Servizi segreti civili e dell'anti-terrorismo.

Oltre alle operazioni di contro-spionaggio la polizia chiede "un forte aiuto" alla popolazione per trovare i 2 principali sospettati, i malaysiani Azahari bin Husin e Noordin M. Top, ritenuti nascosti in "fortezze fondamentaliste" di Java. L'ispettore generale Chaerul Rasyid, capo della polizia di Java centrale, ha guidato di persona un'operazione mirata a stanare i 2 nella zona di Surakarta, purtroppo senza risultato.

Gli attacchi suicidi del 1 ottobre nelle località turistiche di  Jimbaran e Kuta, a Bali, hanno ucciso 25 persone e ferite oltre 130. (MH)

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