Bomba di Bangkok, incriminati due sospettati. Restano molti dubbi
Bangkok (AsiaNews/Agenzie) – Una corte militare thailandese ha incriminato oggi due persone per l’attacco bomba, avvenuto al tempio Erawan di Bangkok il 17 agosto scorso. La detonazione, verificatasi in pieno centro, ha fatto 20 morti e più di 100 feriti, fra cui molti turisti. Gli accusati sono Yusufu Mieraili e Bilal Mohammad. La data d’inizio del processo non è stata resa pubblica. Secondo l’avvocato difensore, i due sono imputati per 10 capi d’accusa (tra cui omicidio premeditato e cospirazione) ma non per terrorismo. Le autorità di Bangkok, anche se le indagini lo suggerivano, hanno da subito scartato la pista terrorismo per non colpire il settore del turismo e danneggiare l’economia del Paese.
Secondo la polizia, sia Mieraili che Mohammad sono di etnia uighura. La tesi degli inquirenti è che l’attacco sia una vendetta della minoranza, che avrebbe agito per ritorsione contro un’estradizione forzata subita a luglio. Mohammad, arrestato il 29 agosto e dapprima indentificato come Adem Karadag, sarebbe il ragazzo con maglietta gialla che le telecamere avevano ripreso mentre abbandonava uno zaino nero (contente la boma) su una panchina, pochi minuti prima dell’esplosione. Yusufu Mieraili era stato arrestato i primi di settembre ed è accusato di aver consegnato la bomba a Mohammad.
Le indagini della polizia hanno più volte fatto sorgere le critiche della popolazione locale e degli esperti. A ricerche ancora in corso, il primo settembre, la polizia ha intascato la ricompensa (85mila dollari) per il lavoro fatto. Il 29 settembre, l’ex capo di dipartimento gen. Poompunmuang ha dichiarato “caso chiuso” e consegnato altri 82mila dollari di premio ai suoi uomini.
Inoltre, la presunta “mente” dell’attentato, identificato come Izaan, è ancora a piede libero e che altri 15 sospettati (tutti uighuri) non sono stati fermati. Per questi motivi, una fonte di Bangkok di AsiaNews ha definito l’intera indagine “una buffonata”.