Bomba contro una moschea nel sud: 16 feriti
La guerriglia questa volta colpisce un obiettivo musulmano; secondo le autorità si cerca di accendere tensioni interreligiose: “Vogliono spaventare i musulmani disponibili a collaborare con le autorità per fermare le violenze”.
Bangkok (AsiaNews/Agenzie) – È una moschea l’ultimo bersaglio dei ribelli in Thailandia del sud, dove finora ad essere colpita in questi ultimi tre anni di violenze è stata per lo più la comunità buddista. Almeno 16 persone sono rimaste ferite in un attacco condotto oggi da militanti contro una moschea nella provincia di Yala.
Secondo quanto riferito da fonti di polizia, il commando ha fatto irruzione nel luogo di culto gettando una bomba; nell’edificio erano riuniti circa 100 fedeli per la preghiera mattutina. A Yala è ancora in vigore un coprifuoco notturno dopo un attentato il mese scorso ad un pulmino, in cui sono rimasti uccisi 8 passeggeri di religione buddista, tra cui tre donne. Gli aggressori avevano invece risparmiato la vita all'autista di fede islamica.
La moschea colpita si trova vicino ad una delle 4 scuole che i ribelli hanno bruciato ieri notte; gli attentati non hanno fatto vittime. La polizia esclude che l’attacco alla moschea di oggi sia una rappresaglia della comunità buddista. I sospetti cadono ancora sui militanti islamici, intenzionati probabilmente a fomentare tensioni tra musulmani e buddisti nella zona. “Gli insorti – spiga il portavoce dell’esercito Col Akara – vogliono spaventare i musulmani disponibili a collaborare con le autorità per fermare le violenze”.
Le province meridionali di Yala, Pattani e Narathiwat, sono a maggioranza musulmana. Le violenze nel sud risalgono al 2004. Da allora sono morte più di 1300 persone in una lotta che vede confondersi gli interessi di crimine organizzato e la corruzione locale con l'estremismo islamico, che chiede l'indipendenza dal resto del Paese, a maggioranza buddista.
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