Bilancio 2007-8: Delhi tra boom economico e problemi di sussistenza
New Delhi (AsiaNews/Agenzie) – Lo sviluppo dell’agricoltura, ma anche di sanità e istruzione, sono le priorità della spesa pubblica indiana, secondo il preventivo di bilancio 2007-2008 presentato ieri dal governo centrale. Si cerca di combattere l’inflazione, che preoccupa centinaia di milioni di persone che già vivono in stato di difficile sussistenza e che ha fatto perdere al governo le recenti elezioni in due Stati.
Presentando il preventivo di bilancio, il ministro alle Finanze Palaniappan Chidambaram ha detto che l’India deve essere “autosufficiente per l’alimentazione” e che la priorità è sviluppare le risorse della popolazione meno abbiente e combattere l’inflazione. L’India è a un bivio: la rapida crescita economica (+8% annuo negli ultimi 3 anni) ha anche portato un’elevata inflazione (+6,7% a febbraio) che colpisce soprattutto i generi alimentari e i prodotti di maggior consumo e che ha reso ancora più difficile la vita del ceto minuto (i due terzi della popolazione vive con meno di 2 dollari al giorno, oltre 300 milioni ha meno di un dollaro al giorno, ci sono oltre 150 milioni di disoccupati, ma anche un 20% il cui reddito annuo supera i 10 mila dollari; nelle zone più ricche di Mumbai un appartamento costa quasi quanto a Manhattan). Per favorire lo sviluppo occorre investire in strade, infrastrutture e servizi, così da attirare gli investimenti esteri. Ma, intanto, la coalizione di governo ha perso le elezioni in due dei tre Stati che hanno votato le scorse settimane.
Per favorire l’agricoltura (di cui vivono i due terzi della popolazione) è previsto un credito agevolato, specie per migliorare la produzione e l’irrigazione, per favorire l’ingresso nel mondo bancario di almeno 5 milioni di contadini. La mancanza di un adeguato sistema di credito ha causato negli ultimi anni un’ondata di suicidi tra contadini che non riescono più ad avere di che vivere. Da 3 anni i settori di servizi e manifatture crescono di circa il 10% annuo, mentre l’agricoltura meno del 2%. Per combattere l’inflazione saranno diminuiti il dazio sul carburante e le tasse sui prodotti importati, specie quelli non agricoli (con tagli dal 10 al 12,5%).
Il bilancio prevede un aumento del 34,2% nelle spese per l’istruzione, carente soprattutto nelle zone rurali, con alto assenteismo tra i docenti, insufficiente presenza di istituti pubblici e alti costi per le scuole private. Ma i critici osservano che occorrerebbe prima riformare il sistema e migliorarne efficienza e controlli. Maggiori fondi anche per sanità e assistenza sociale (+21,9%). Previsti sussidi per i nullatenenti e borse di studio scolastiche.
Allo sviluppo delle infrastrutture sono destinati 1.340 miliardi di rupie (30 miliardi di dollari), specie per costruire strade e impianti energetici, cifra però ritenuta insufficiente da molti esperti. Secondo Nasser Munjee, presidente della Development Credit Bank, sarebbe necessario investire almeno 150 miliardi di dollari annui, per rispondere alle esigenze del Paese e attirare gli investimenti privati nel settore delle infrastrutture. Criticati anche gli aumenti nelle imposte sul cemento e per le ditte di telecomunicazione.
Esperti dicono che in India il voto dipende dal prezzo delle cipolle (aumentate del 200% in 4 mesi). A febbraio il Partito del congresso (che guida la colazione del governo federale) ha perso le elezioni nei settentrionali Stati di Punjab (dove il Partito d’opposizione Bharatiya Janata ha avuto 44 seggi su 116) e Uttaranchal (il Bjp ha avuto 34 dei 69 seggi), dove era al governo. Tutti attribuiscono la sconfitta al recente grande aumento dei principali generi alimentari, come grano, frutta e verdura, olio, latte. Negli ultimi 10 anni, almeno due governi federali sono caduti per l’inflazione. Ad aprile ci sono le elezioni nell’Uttar Pradesh, che da solo nomina un settimo dei parlamentari federali. (PB)