Beslan, inchiesta parlamentare accusa le forze federali, ma non indica responsabili
Nell'inchiesta ufficiale si parla di "errori" delle forze di sicurezza federali, ma ancora nessun chiarimento su chi ha innescato la carneficina nella scuola. Comitato delle Madri di Beslan: il rapporto non risponde ai nostri interrogativi, ma ce lo aspettavamo.
Beslan (AsiaNews/Agenzie) - Un'inchiesta ufficiale sulla strage di Beslan denuncia che le forze di sicurezza federali, intervenute contro i terroristi asserragliati nella scuola della cittadina nordosseta, hanno compiuto degli errori. Ieri, a più di un anno dall'attacco del commando di ceceni, che tra il 1 e il 3 settembre del 2004 tenne in ostaggio oltre mille persone e conclusosi con la morte di 331 vittime, il parlamento dell'Ossezia del nord, che da mesi investigava sulla strage, ha presentato il suo rapporto.
I deputati di Vladikavkaz sono convinti che gli agenti dei reparti speciali, intervenuti dopo 3 giorni di sequestro per liberare gli ostaggi, hanno compiuto degli errori, ma non chiariscono il motivo e i responsabili della tragica carneficina, con cui si è concluso il sequestro. Secondo il bilancio ufficiale, a morire nella scuola di Beslan nel giorno del blitz furono186 bambini e tutti i terroristi, tranne uno, ad oggi sotto processo, Nur Pashi Kulayev. Proprio il detenuto sostiene che la prima esplosione, in seguito alla quale si scatenò il blitz russo, avvenne dopo che un tiratore esterno sparò ad un terrorista collegato all'esplosivo; molti sopravvissuti confermano questa versione dei fatti. Il mubblico ministero che conduce le indagini federali, gen Nikolai Shepel, ha ammesso solo recentemente e dopo le innumerevoli pressioni esercitate dai parenti delle vittime, l'uso di lanciafiamme da parte delle truppe russe (negato in precedenza); egli continua ad affermare, però, che non vennero mai usate granate e che i cannoni dei tank non erano puntati verso la scuola. Da parte sua il presidente dell'inchiesta parlamentare nordosseta, Stanislav Kesayev, ha spiegato che nella battaglia durata ore contro il commando terrorista, le forze della sicurezza oltre a lanciafiamme Shmel hanno usato lanciagranate e anche un mezzo corazzato; non si spiega se l'utilizzo di queste armi- vietate dalla Convenzione di Ginevra nelle aree abitate dai civili - sia avvenuto quando gli ostaggi erano ancora dentro la scuola N°1. Kesayev aggiunge che tra gli errori delle forze di sicurezza russe vi è il "non essersi accorte" e non aver di conseguenza avverito del passaggio di un così alto numero di persone armate a Beslan (più di 30).
Shepel non ha commentato il rapporto di ieri e si è limitato ad annunciare che la sua inchiesta andrà avanti almeno fino a marzo 2006. Ella Kesayeva, una delle rappresentanti del Comitato delle Madri di Beslan, ha subito condannato il rapporto nordosseta: "Non ha risposto alla domanda principale: chi è il colpevole della morte dei nostri figli". "Il rapporto - continua - è estremamente cauto, ma non posso condannare Kesayev...cosa poteva fare?". Secondo la donna, Kesayev avrebbe ricevuto pressioni dagli ambienti del governo centrale per "addolcire" il suo rapporto. E si domanda riferendosi al presidente russo Vladimir Putin: "Lui non è colpevole di niente?"
Un altro rapporto, quello della Commissione parlamentare d'inchiesta del parlamento federale di Mosca è atteso per il 28 dicembre prossimo; esso fornirà la ricostruzione ufficiale dell'attacco compiuto dai ceceni fedeli del leader Basayev.
Lo scorso 2 settembre, nel primo incontro concesso alle Madri di Beslan, Putin ha promesso di "volere far luce sulla vicenda e scoprire la verità".