Berdymukhamedov, nuovo presidente turkmeno da decenni nelle stanze del potere
Ashgabat (AsiaNews/Agenzie) – Vittoria annunciata di Kurbanguly Berdymukhamedov, nuovo presidente del Turkmenistan. Nel suo primo discorso, al suo giuramento oggi, si è rifatto all’eredità del predecessore Saparmurat Niyazov, pur promettendo alcune attese riforme.
Il neopresidente ha ottenuto l’89,23% dei voti in elezioni che osservatori occidentali e opposizione all’estero ritengono né libere né eque. Hanno votato il 98,65% degli aventi diritto, cifra che non “sorprende”, dato nel 1992 per le ultime elezioni presidenziali il dato ufficiale era stato del 99,8% di votanti per l’unico candidato.
L’ex dentista è stato ministro dell’Istruzione, poi della Sanità e insieme Primo ministro con Niyazov, del quale era uno dei più antichi collaboratori, capace di superare indenne i suoi frequenti rimpasti di governo. Chi lo conosce dice che è calmo e obbediente, ma anche “astuto”. La proclamazione è avvenuta oggi alla presenza di rappresentanti diplomatici di tutto il mondo, tra cui il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad, quello afgano Hamid Karzai, il primo ministro russo Mikhail Fradkov e il vicesegretario di Stato Usa Richard Boucher. Infatti era stato annunciato il momento della proclamazione, seppure senza indiscrezioni sui risultati. Berdymukhamedov ha subito dichiarata l’intenzione di “trasportare energia ai mercati mondiali, rispettando con fermezza gli accordi bilaterali e in futuro cercando rapporti di reciproco vantaggio e con uguali diritti”.
L’ex presidente Niyazov ha ridotto le spese per l’istruzione e la sanità, negato le pensioni, isolato il Paese dal mondo. Il programma elettorale del nuovo presidente prevede la riforma dell’istruzione, delle pensioni, dell’agricoltura, dell’informazione. Nella desolazione interna, suscita notizia che Turkmentelekom, unico provider internet, stia preparando “il primo internet cafe del Paese”.
La ong cristiana Opens Doors ricorda che il Paese è tra i più oppressivi contro la libertà religiosa e osserva che il nuovo presidente nel programma non ha parlato di “cambiamenti politici, libertà di stampa e rilascio dei prigionieri politici”.