Benedetto XVI: per eleggere il prossimo papa ci vorranno sempre i due terzi dei votanti
Con un “motu proprio” papa Ratzinger ha abolito la norma, in realtà teorica, per la quale, dopo 13 giorni di votazioni senza risultato, era possibile passare alla maggioranza assoluta. Ora si andrebbe al ballottaggio.
Città del Vaticano (AsiaNews) – Per eleggere il prossimo papa servirà sempre la maggioranza dei due terzi dei voti e non si potrà più ricorrere a quella semplice, attualmente utilizzabile dopo 13 giorni di scrutini a vuoto.
Lo ha stabilito oggi Benedetto XVI con un “Motu proprio” con il quale ha introdotto alcune modifiche alla costituzione apostolica “Universi Dominici gregis” del 1996, con la quale Giovanni Paolo II, modificando la tradizionale regola dei due terzi per tutte le votazioni, aveva stabilito che dopo il 13mo giorno (33ma o 34ma votazione) i cardinali potessero scegliere tra proseguire con la maggioranza dei due terzi, passare alla maggioranza semplice o ancora passare al ballottaggio tra i due candidati più votati.
La questione è concretamente ipotetica, vista la durata – massimo tre o quattro giorni – dei conclavi dell’ultimo secolo. Benedetto XVI ha comunque stabilito che dopo il 13mo giorno si passa direttamente al ballottaggio. Ma anche nel ballottaggio serve che l’eletto abbia i due terzi dei voti. I due cardinali che vanno al ballottaggio non possono votare.
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