Bekasi: gruppi islamici contro chiesa protestante, promuove il proselitismo
di Mathias Hariyadi
Almeno 16 movimenti estremisti hanno intimato la fine delle attività caritative e di culto. Esse nasconderebbero il tentativo di “conversioni forzate”. Leader del sinodo protestante: accuse infondate. Nel 2009 oltre 200 casi di violazioni alla libertà religiosa. La chiesa cattolica di Santa Maria vince la battaglia legale contro le autorità di Purwakarta.
Jakarta (AsiaNews) – Gruppi estremisti islamici del distretto di Bekasi, circa 25 km a est di Jakarta, hanno lanciato l’ultimatum ai fedeli della Galilea Church: fine delle attività religiose, perché “istigano alla disarmonia” fra i musulmani e promuovono il proselitismo. I vertici della Chiesa protestante indonesiana rispondono che le iniziative di carità non nascondono doppi fini e le vere conversioni “devono venire dal cuore”. Intanto i fedeli della chiesa cattolica di Santa Maria hanno vinto la battaglia legale contro le autorità di Purwakarta: il luogo di culto ha ottenuto il permesso di costruzione, revocato di recente dal governo locale.
La Galilea Church sorge nell’area di Taman Galaxy, nel sotto-distretto di Jaka Setia, South Bekasi. Il 15 febbraio scorso almeno 16 movimenti fondamentalisti della zona hanno intimato ai fedeli di cessare la pratica del culto e le iniziative di carità. A detta del fronte intransigente islamico, esse fomentano la “disarmonia” fra i musulmani e “nascondono finalità volte al proselitismo”. Murhali Barda, leader locale dell’Islamic Defender Front (Fpi), aggiunge che la comunità protestante non sarebbe in possesso dei documenti necessari – il permesso di costruzione (Imb) – per la realizzazione del luogo di culto.
Figure di primo piano cristiane e musulmane in Indonesia manifestano preoccupazione e gettano acqua sul fuoco. Slamet Effendy Jusuf, ex politico del Golkar, a capo del comitato per il dialogo interreligioso nel Consiglio indonesiano degli ulema (Mui) sottolinea che “l’iniziativa lanciata dai gruppi estremisti è contro la legge” e i musulmani “devono rivolgersi alla polizia” se sono in possesso di prove che testimoniano il tentativo di conversioni forzate. Il pastore Gomar Gultom, segretario generale del Sinodo delle Chiese protestanti (Pgi), conferma il sostegno alle attività caritative ma “le conversioni sono fuori discussione” perché un cambio di fede “deve venire dal cuore”.
La polizia, intanto, respinge le accuse di inefficienza e lentezza nel difendere le comunità cristiane, finite nel mirino degli estremisti islamici. Intervenendo a un dibattito pubblico ieri a Jakarta, l’ispettore generale Imam Soedjarwo ha precisato che non si tratta di lentezza, ma di “larghe vedute”, che intendono “prevenire un’escalation di violenze contro le minoranze, nella fattispecie i cristiani”. A conferma del clima di tensione, il Setara Institute for Democracy and Peace ha diffuso un nuovo documento in cui emerge che, nel 2009, si sono registrati oltre 200 casi di violazioni alla libertà religiosa.
Dall’arcipelago indonesiano arriva però una buona notizia. In una mail inviata ad AsiaNews mons. Johannes Pujasumarta Pr, vescovo di Bandung, spiega che la Chiesa di Santa Maria ha vinto la vertenza legale con le autorità di Purwakarta. Il permesso di costruzione (Imb), ritirato in precedenza dal governo locale, è stato confermato dai giudici; i fedeli potranno così avere un luogo di culto per pregare e celebrare la messa.
Il tribunale civile di Bandung ha emesso il verdetto lo scorso 15 febbraio. Ora l’edificio è aggregato in via ufficiale alla chiesa parrocchiale della Santa Croce. Da una piccola cappella costruita in origine, si passerà quindi a una semi-parrocchia – sorta nel gennaio 2009 – che avrà come patrona la Madonna.
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