24/02/2011, 00.00
INDONESIA
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Bekasi, assalto a una chiesa protestante: condanne lievi per i leader islamici

Il capo dell’Islamic Defenders Front, principale imputato, ha ricevuto una pena a 5 mesi e 15 giorni. Sette e sei mesi di galera per altri due complici. Nell’attacco, avvenuto lo scorso settembre, ferito in modo grave un pastore protestante. Il legale della comunità cristiana valuta il ricorso in appello.
Jakarta (AsiaNews/Agenzie) – “Sono molto preoccupato. Il verdetto offende le vittime e le loro famiglie”. È il commento a caldo dell’avvocato Saor Siagian, rappresentante legale dei membri della chiesa HKBP, in merito alla sentenza emessa oggi dal tribunale di Bekasi, nel West Java. I giudici hanno condannato a pochi mesi di prigione tre degli 11 imputati, alla sbarra per l’assalto alla chiesa protestante del settembre scorso, in cui è rimasto ferito in modo grave il pastore Afian Sihombing.
 
La Corte distrettuale di Bekasi, reggenza del West Java, ha condannato oggi tre membri dell’Islamic Defenders Front (FPI), responsabili dell’assalto alla comunità cristiana HKBP avvenuto il 12 settembre 2010. Il gruppo ha accoltellato Afian Sihombing, colpendolo allo stomaco. Nell’attacco – causato da dispute sulla costruzione di una chiesa – è stata ferita anche Luspida Simanjutak, che insieme al pastore guida la Huria Batak Kristen Protestant: la donna ha riportato tagli alla faccia, alla testa e alla schiena.
 
I giudici hanno disposto 5 mesi e 15 giorni di galera per Murhali Barda (nella foto), capo dell’FPI di Bekasi, con l’accusa di “condotta disdicevole”. Egli verrà scarcerato il prossimo 27 febbraio, perché avrebbe già scontato i termini della condanna. Adji Ahmad Faisal e Ade Firman, invece, hanno ricevuto rispettivamente sette e sei mesi di prigione, quali autori materiali dell'assalto. Il pubblico ministero aveva chiesto pene variabili tra i sei e i 10 mesi. Pene lievei anche per altri otto imputati, mentre due persone sono state affidate alla sorveglianza dei familiari.
 
Saor Siagian, avvocato della comunità cristiana, è contrariato dalla sentenza, che giudica troppo “leggera”. Il verdetto, spiega il legale a Kompass.com, offende “le vittime e le loro famiglie”. Il principale imputato, aggiunge, ha ricevuto solo “5 mesi e 15 giorni di prigione” e una simile sentenza non servirà da “deterrente” per impedire nuovi attacchi. Egli non esclude di ricorrere in appello.
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