Beirut, rinviata per la 12esima volta l’elezione del presidente
di Paul Dakiki
Secondo il presidente del Parlamento, non si può votare fino a che non siano conclusi i colloqui dei leader libanesi con i membri della Lega Araba, che propongono il generale Sleiman e chiedono la formazione di un governo di unità nazionale. Il no di Hezbollah.
Beirut (AsiaNews/Agenzie) – E’ stata rinviata ieri, per la 12esima volta, l’elezione del presidente libanese. Nonostante gli sforzi internazionali per convincere le parti a trovare un accordo, il Parlamento ha rimandato la votazione da oggi al 21 gennaio prossimo.
Secondo Ali Hamdan, portavoce del presidente del Parlamento Nabih Berri, il rinvio è stato deciso “subito dopo l’incontro con i vertici della Lega Araba”, che intrattengono da giorni colloqui privati con i leader libanesi nella speranza che possano aderire ad un piano per la risoluzione della crisi.
Dato che questi negoziati sono ancora in corso, spiega Hamdan, “il presidente ha deciso di rinviare il voto”. D’altra parte, nessuna delle forze politiche libanesi – la maggioranza vicina all’Occidente e l’opposizione guidata da Hezbollah – si aspettava un colpo di scena.
Il Libano non ha un presidente in carica dal 23 novembre scorso, quando il filo-siriano Emile Lahoud si è dimesso senza successore. L’iniziativa araba si basa su 3 punti: l’elezione del generale Michel Sleiman alla carica presidenziale, la formazione di un governo di unità nazionale in cui non sia presente il potere di veto e l’adozione di una nuova legge elettorale.
La maggioranza appoggia in pieno la proposta, mentre Hezbollah – gruppo militante sciita sostenuto da Siria e Iran – pretende che venga garantita all’opposizione un terzo dei membri del futuro governo, in modo da poter bloccare ogni iniziativa sgradita.
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