Battambang, la Chiesa in crescita grazie a educazione e catechismo
Phnom Penh (AsiaNews/Agenzie) – “Vedo che la gente in Cambogia ha bisogno dell’educazione, quindi è questa la nostra priorità”. Parla così mons. Enrique Figaredo Alvargonzales (nella foto), vescovo gesuita spagnolo da 10 anni a capo della prefettura apostolica di Battambang, in un’intervista presente sul sito della Chiesa cattolica cambogiana (http://catholiccambodia.org).
La Chiesa cambogiana conta circa 19mila fedeli e tre distretti: il vicariato di Phnom Penh, la prefettura di Kompong Cham e quella di Battambang. Il regime comunista di Pol Pot tra il 1975 e il 1979 aveva azzerato la presenza della Chiesa, distruggendo tutti gli edifici sacri e impedendo ogni pratica religiosa. Con la caduta dei Khmer rossi, il paese è tornato alla libertà religiosa. La presenza istituzionale della chiesa ricomincia nel 1992, quando mons. Yves Ramousse diventa vicario apostolico di Phnom Penh.
“In questi dieci anni - spiega mons. Alvargonzales - ci siamo concentrati sull’educazione dei bambini poveri dall’asilo alla scuola primaria. Almeno possono imparare a leggere e a contare. Ma finanziamo anche alcuni giovani per permettere loro di frequentare la scuola secondaria e l’università. Promuoviamo poi la cultura tradizionale, come le danze tradizionali khmer”.
Nella prefettura di Battambang vengono battezzati 100 adulti all’anno, ma mancano i catechisti: “Nel 2010 ne abbiamo battezzati già 200 - continua - ma abbiamo bisogno di catechisti. Vorrei costruire una scuola per formarli, ma il problema è che non abbiamo fondi per pagarli. I nostri fedeli sono per lo più agricoltori poveri che guadagnano molto poco”.
Oltre che nell’educazione, la Chiesa a Battambang è impegnata a sostenere le classi più emarginate della società: “Abbiamo fondato scuole per bambini disabili, per insegnare alle donne a cucire e ospedali per assistere i malati. Alcuni cattolici, anche ex carcerati, li facciamo lavorare nei campi di riso di proprietà della Chiesa, così non devono stare sul ciglio della strada in cerca di lavoro”.
Per mons. Alvargonzales, il bilancio di questi 10 anni è soddisfacente: “Dobbiamo fare di più, siamo al 50% direi. Voglio che i cattolici sposati siano più coinvolti nella vita della Chiesa, come lo sono i giovani”.
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