Bassem Yousef, il comico musulmano egiziano voce della Primavera araba
Il Cairo (AsiaNews) - "Un grande programma è una responsabilità e io continuerò a condurlo e a fare satira anche se il rischio è quello di finire in carcere... Confermo che questo è il miglior periodo per avere un proprio show, perché ci sono molte cose da dire... ogni rivoluzione deve fare i suoi passi, e la popolazione ha il diritto di far sentire la propria voce". È quanto afferma Bassem Yousef, comico egiziano musulmano processato per aver insultato il presidente Morsi e l'Islam, in una recente intervista rilasciata alla Cnn.
In questi giorni il suo caso ha fatto il giro del mondo. Dopo aver pagato una cauzione di 3mila dollari, l'uomo, considerato il "Jon Stewart d'Egitto", è di nuovo sotto processo per "attentato all'ordine pubblico". Il suo principale accusatore è Talaat Abdallah, il giudice islamista nominato in dicembre procuratore generale dallo stesso presidente Mohamed Morsi. "In passato - spiega - ho sostenuto che le elezioni democratiche potevano essere un'occasione di cambiamento per il Paese. Io continuo a crederlo. Purtroppo in questi mesi abbiamo assistito alla riproposizione dei medesimi comportamenti del vecchio regime di Mubarak. L'economia è in crisi e non vi è libertà di espressione".
La carriera di Bassem Yousef, 39 anni, inizia durante la Rivoluzione dei gelsomini del febbraio 2011. In quei giorni egli pubblica un video su Youtube chiamato "Rivoluzione" nel quale presenta le caricature del presidente Mubarak e del suo entourage. In pochi mesi il filmato ottiene la cifra record di 5 milioni di visite. Il successo spinge il comico, all'epoca dilettante, a creare altre nove puntate dove, attraverso l'ironia, dà voce ai giovani della Primavera araba. Nasce così el-Bernameg (in arabo "il programma"), il primo web-show del Paese. Nel secondo semestre del 2012, nel pieno delle manifestazioni contro i Fratelli Musulmani, il programma fa il record di 30 milioni di ascoltatori. Da quel momento i giudici islamisti iniziano a seguirlo, attendendo un suo passo falso. Il pretesto per un'azione giudiziaria si presenta a fine febbraio 2013. In una puntata il giovane comico si presenta con un buffo costume che scimmiotta una divisa indossata da Morsi in occasione del conferimento di una laurea ad honorem in Pakistan. La sua performance spinge 12 persone a denunciarlo a un tribunale del Cairo per offesa nei confronti del presidente. Il caso finisce direttamente nelle mani del procuratore islamista Atallah Abdallah che lo mette sotto processo, minacciando anche l'arresto preventivo.
Nell'intervista alla Cnn, il comico racconta anche il suo interrogatorio di cinque ore di fronte ai magistrati, dove egli avrebbe più volte ribadito di non aver nulla contro l'islam, perché "musulmano credente e rispettoso della religione". Yousef crede che la popolazione continuerà a far sentire la sua voce: "Gli islamisti vogliono chiudere la bocca a chi fa emergere i problemi, invece di risolverli...le manifestazioni di questi mesi hanno dimostrato che è impossibile zittire la popolazione". A chi gli domanda se teme per la sua vita e la sua libertà egli dichiara: "Non sono preoccupato perché ho rispetto dell'islam. Ci sono persone che continuano a dire che in Egitto c'è una battaglia fra laici e musulmani, ma questo non è vero. Molte persone come me sono musulmani moderati e non apprezzano coloro che utilizzano l'islam per fini politici. In un Paese democratico e moderno una legge che consente ad altre persone di accusare dei cittadini e di imprigionarli per aver insultato il presidente o la religione è ridicola. Essa è propria di un regime fascista non di una democrazia". (S.C.)