Bashir: le bombe a Bali erano volere di Dio
Appena scarcerato, il predicatore islamico, complice delle bombe del 2002, rilascia commenti che preoccupano Usa e Australia. Ma la polizia indonesiana non lo sorveglierà: violerebbe i suoi diritti umani. E qualcuno ricorda i casi di cristiani condannati con processi iniqui.
Jakarta (AsiaNews) È stato Dio a volere gli attentati di Bali nel 2002 e a condurli sono stati dei "combattenti santi". Sono parole del predicatore islamico Abu Bakar Bashir, appena scarcerato per "buona condotta" dopo 26 mesi di detenzione come complice negli attacchi ai nightclub dell'isola indonesiana.
Bashir, cui è stata ridotta di 4 mesi la pena, ha inoltre criticato ieri il presidente statunitense George W. Bush e il premier australiano John Howard per aver sferrato una guerra contro i musulmani in Iraq e Afghanistan e ha invitato entrambi a "convertirsi all'Islam".
Ieri Howard ha inviato una lettera al presidente indonesiano Susilo Bambang Yudhoyono in cui esprime preoccupazione e "angoscia" per la liberazione del religioso islamico e invita Jakarta a tenerne sotto controllo le attività. Ma il governo non sembra della stessa opinione. Il capo della polizia indonesiana Sutanto ha detto che sorvegliare costantemente Bashir sarebbe una violazione dei suoi diritti umani. Il 14 giugno, giorno della scarcerazione, la polizia aveva assicurato il suo controllo su ogni discorso "incendiario" del predicatore.
Howard, che incontrerà Susilo a fine mese, ha avvertito che la scarcerazione del presunto capo spirituale della Jemaah Islamiyah (JI) - rete terroristica del sudest asiatico collegata ad al Qaeda - potrebbe ripercuotersi sulle relazioni tra i due Paesi. Dal canto suo il presidente indonesiano ha ribadito l'impegno nella lotta al terrorismo: "Gli sforzi nazionali per combattere il terrorismo non si misurano in base alla decisione di liberare Bashir". La JI è ritenuta responsabile dei maggiori attacchi terroristici in Indonesia, tra i quali quelli del 2003 e del 2004 al Marriott Hotel e all'ambasciata australiana a Jakarta e delle ultime bombe a Bali, che l'anno scorso hanno ucciso 20 persone. Negli attacchi del 2002 a Bali morirono 202 persone, 88 delle quali australiani.
Il religioso, che si è sempre dichiarato innocente, ieri ha definito "guerrieri santi" i kamikaze che uccidono in nome dell'Islam, ma ha criticato l'uso di bombe in un Paese non in guerra: "Pregare è sufficiente", ha detto. Ai familiari delle vittime di Bali, invece, ha spiegato che gli attentati erano "volere di Dio" e i sopravvissuti devono "convertirsi all'Islam" per alleviare il loro dolore.
La scarcerazione di Bashir suscita disapprovazione anche nella società civile; attivisti per i diritti umani nel Paese sottolineano che "il complice di una attentato, che ha ucciso centinaia di innocenti viene liberato dopo due anni, mentre tre insegnanti cristiane ingiustamente accusate di 'proselitismo' stanno scontando tre anni di detenzione e altri tre cattolici, dopo un processo iniquo influenzato dalle pressioni di fondamentalisti islamici, aspettano addirittura di essere giustiziati".