Barricate in fiamme bloccano Beirut
Lo sciopero generale lanciato dall’opposizione guidata da Hezbollah per abbattere il governo Siniora, formare un governo di unità nazionale e indire nuove elezioni, a due giorni dall’avvio della conferenza di Parigi dei Paesi donatori.
Beirut (AsiaNews/Agenzie) – Migliaia di manifestanti che hanno bloccato le principali vie di Beirut e le strade intorno alla capitale, hanno segnato l’inizio dello sciopero generale proclamato contro il governo. Attivisti dell’opposizione hanno posto copertoni incendiati sulle maggiori vie di comunicazione a nord e sud della città; l’autostrada verso l’aeroporto, secondo notizie diffuse dalla televisione di Hezbollah, è bloccata così come quelle che collegano Beirut alle montagne ed a Damasco, la capitale della Siria.
Il governo aveva annunciato che avrebbe tenuto aperte le strade, ma finora sono state intraprese solo azioni limitate.
Secondo fonti della sicurezza, nell’antica città cristiana di Byblos, un uomo ha aperto il fuoco contro i dimostranti, ferendo tre persone. I militari hanno arrestato lo sparatore ed hanno trovato armi nella sua casa. Si parla di un’altra sparatoria a Koura, avvenuta nel corso delle manifestazioni, e di vari scontri tra fazioni.
Lo sciopero di oggi fa parte delle proteste lanciate dal primo dicembre scorso dall’opposizione, guidata da Hezbollah, che ha visto sit-in e manifestazioni davanti all’ufficio del primo ministro Fouad Siniora, per far cadere il governo. Ieri, il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, è tornato ad avanzare la richiesta di una “minoranza di blocco” all’interno del governo, ma Siniora l’ha nuovamente respinta.
Lo sciopero cade due giorni prima che Siniora e i suoi ministri economici trovino aiuto finanziario per il Libano in una conferenza dei Paesi donatori, che si aprirà giovedì 25 a Parigi.
Secondo l’opposizione, le concessioni ed i prestiti – che secondo analisti locali dovrebbero ammontare a 5 miliardi di dollari – servirebbero solo ad aumentare il debito nazionale ed ad indebolire ulteriormente l’economia. Secondo Nasrallah, la “conferenza dei donatori” mira solo a puntellare il governo Siniora. Il leader di Hezbollah ha comunque esortato i suoi sostenitori ad evitare violenze. “Non dobbiamo colpire nessuno. Non vogliamo nessun ferito”.
Lo sciopero ha approfondito le divisioni tra i libanesi. La maggioranza parlamentare antisiriana, composta di sunniti, drusi e cristiani, sostiene Siniora. L’opposizione, guidata da Hezbollah, comprende anch’essa alcuni drusi e cristiani.
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