Bao Tong: Liu Xiaobo è stato un grande patriota cinese
Il grande statista parla della sua amicizia con il grande dissidente, che le autorità hanno lasciato morire di cancro. Le pacifiche e non violente proposte espresse da Liu nell’importante documento di Carta ’08 sono quasi tutte contenute nella costituzione cinese. Eppure Liu è stato condannato per “sovversione contro lo Stato”. I suggerimenti per la nazionalizzazione dell’esercito e del federalismo.
Pechino (AsiaNews/Rfa) - Liu Xiaobo, il dissidente pro-democrazia lasciato morire di cancro terminale lo scorso 13 luglio, è stato un “grande patriota” cinese. Sebbene egli sia stato condannato per “sovversione contro il potere dello Stato”, il documento che lui - insieme ad altri - ha redatto, Carta ’08 rappresenta un importante suggerimento alla leadership e al popolo cinese. Del resto, quanto Carta ’08 sostiene è già contenuto nella costituzione cinese, anche se il Partito non lo attua. Sono alcune delle considerazioni su Liu Xiaobo ad opera dello statista Bao Tong (v. foto 2), che è stato suo amico.
Bao Tong, già aiuto di Zhao Ziyang, segretario generale del Partito comunista cinese negli anni ’80, è stato fra i pochi che si sono opposti al piano di massacro degli studenti ad opera dell’esercito in piazza Tiananmen la notte del 4 giugno 1989. A causa di ciò egli ha subito sette anni di carcere ed è tuttora sottoposto ad arresti domiciliari e a stretto controllo.
Sebbene non lo avessi mai incontrato, avevo sentito parlare di Liu Xiaobo verso la fine del 1986, con i movimenti studenteschi in Anhui, Nanjing, Shanghai e Pechino. Egli ha cercato di farmi visita due volte nel 2007, ma è stato fermato entrambe le volte dalla polizia che non gli ha permesso di visitare me, agli arresti domiciliari, e ha dovuto andare via. In seguito, nel 2007 e 2008, ho incontrato Liu Xiaobo e siamo subito diventati buoni amici.
Liu Xiaobo si era specializzato in teoria della letteratura e dell’arte e aveva studiato all’università le teorie di Dobrolyubov, Belinsky e Chernyshevsky, ma non le trovava soddisfacenti.
Egli amava vivere in modo tranquillo, senza preoccupazioni, incontrando persone, dialogando con loro. Il suo temperamento non era politico. Si chiacchierava con lui su tutto e di tutto, di cose banali e della storia. Non c’era quasi per nulla alcun contenuto politico. Ma tutte le volte che ci incontravamo per prendere un tè e parlare insieme, la gente attorno a noi si fermava ad ascoltarci.
Dopo che ci siamo conosciuti, ci incontravamo per prendere il te una volta al mese, anche se talvolta non abbiamo potuto per diverse ragioni. Lui sapeva che io ogni mattina pratico il tai qi al parco Yuyuantan e talvolta, se aveva qualcosa in mente, veniva a cercarmi là.
Una volta, nel 2008, è venuto al parco dicendo che alcuni suoi amici stavano stilando la Carta ’08 e che sperava di poterla discutere con me. Da quella volta, ci incontrammo più di una volta al mese.
Carta ’08 non è stata stilata tutta da Liu Xiaobo, ma egli ha supervisionato tutto e ne abbiamo discusso insieme. Egli ascoltava con attenzione e con molta precisione alle differenti opinioni. Discuteva anche, ma mai in modo caparbio. Sui temi egli sceglieva sempre le sue idee, e voleva che fosse scritto in modo da riconoscere il contributo del maggior numero di persone.
Liu Xiaobo è stato una persona molto nobile, mai andato agli estremi, mai soggettivo. Il suo ultimo testo, intitolato “Io non ho nemici”, era una vera riflessione sulla sua umanità.
Quando stava stilando la Carta ’08, ha anche chiesto il mio consiglio, ma la mia opinione era semplice, che si può ridurre a una frase: più semplice, più chiaro, più moderato lo fate e meglio sarà. Oltre a ciò non avevo altre opinioni. Fra tutti i diversi amici che discutevano su Carta ’08, lui era quello più impegnato.
Liu Xiaobo era intelligente e sapeva che le cose dovevano stare nei limiti della legge, in modo da attrarre più partecipanti ed incontrare meno resistenze.
Nella costituzione cinese si possono trovare quasi tutti i contenuti di Carta ’08. Noi chiedevamo solo che fossero messi in pratica con serietà. Non c’era nulla di nuovo.
In circostanze normali, le autorità avrebbero accettato [tali suggerimenti] e non ci sarebbe alcun motivo per rifiutarci.
Ad esempio, l’idea che tutto il potere nella Repubblica popolare cinese appartiene al popolo. O che il popolo gode di libertà di parola, di stampa, di assemblea, di dimostrazione, tutto questo è espressamente incluso nella costituzione, che il governo dovrebbe garantire.
Comunque, due cose forse potrebbero ricevere meno accettazione. La prima è la nazionalizzazione delle forze armate e la seconda è la messa in piedi di un sistema federale di governo.
All’inizio avevamo pensato di lasciarle fuori, ma poi siamo giunti al consenso che dovevamo lasciarle dentro perché erano patriottiche. E come patrioti, era nostra responsabilità proclamarle.
Sulle forze armate, senza nazionalizzazione, esse potrebbero essere privatizzate, o cooptate da forze partigiane o signori della guerra. Non bisogna permettere che questo succeda, perciò le forze armate vanno nazionalizzate, come è stato fra il 1937 e il 1946. Questa è stata anche la posizione chiara di Mao Zedong e di Zhou Enlai e dovremmo mantenerla.
Sul federalismo, esso è il fondamento della democrazia. La Cina è così grande da pendere o verso la centralizzazione o verso il federalismo. Dal tempo degli imperatori, tutti i poteri soggioganti sono stati associati alla centralizzazione. In tal modo, il sistema federale potrebbe essere un rimedio ai sintomi del Paese.
Il successo dell’esperienza negli Stati Uniti, mostra in modo definitivo che se non c’è un sistema federale, se non vi è autonomia locale, il popolo non avrà mai la possibilità di esercitare il suo potere. La storia del Partito comunista in Cina difendeva l’auto-governo provinciale.
Quando era in Hunan, Mao Zedong ha perfino suggerito che l’Hunan diventasse indipendente, sebbene questo fosse davvero troppo estremo. Il sistema federale non è la stessa cosa, gli Stati Uniti sono un sistema federale e questo è il motivo per cui non si possono dividere.
Liu Xiaobo ha scelto di camminare su questa via pensandoci bene: queste idee sono tutte basate su principi legali, pacifici e non violenti; moderati e non radicali, ben fondati e con basi storiche e legali realistiche.
A quel tempo eravamo tutti molto più ottimisti, perché si diceva che la Cina stava costruendo una “società armoniosa”. Avevamo già la costituzione che, anche se magari non è perfetta, contiene alcune cose buone all’interno. Tante persone sembravano sostenerle e abbiamo pensato che ci sarebbe stata poca resistenza per mettere quelle buone cose in pratica, perché non vi era alcuna buona ragione per opporsi. Io e tutti gli altri eravamo pieni di speranza.
Li Xia [la moglie di Liu Xiaobo] ascolta sempre con molta tranquillità. Ride e sorride in modo luminoso. Ma ha un temperamento malinconico. È una poetessa, e una pittrice a cui piace fare fotografie. Il tono del suo lavoro è melanconico e triste, ma essa vede il mondo con compassione.
Quando Carta ’08 è stata pubblicata, le autorità hanno detenuto Liu Xiaobo e lo hanno spedito in prigione. Non so se Liu Xia avesse una qualche percezione di quanto stava accadendo. Di certo io sono stato colto di sorpresa.
Perchè Liu Xiaobo è stato ritenuto colpevole di accuse molto gravi e condannato alla prigione? Fino ad ora non riesco a vedere come il patriottismo e il voler proteggere lo stato di diritto possa essere un crimine.
Hu Angang, un professore all’università Qinghua, ha detto che il comitato permanente del Politburo del Partito comunista aveva un sistema di presidenza collettiva. Quando questa sottolineatura è apparsa nel Global Times [quotidiano in lingua inglese, legato al Partito - ndr], nessuno in Cina ha detto una parola di critica. Sembrava che ci fosse un consenso genuino.
Il 16mo e il 17mo Congresso del Partito sembrava avallare questo principio, con ogni membro del Politburo legato sullo stesso terreno di gioco di tutti.
L’arresto di Liu Xiaobo è avvenuto quando Zhou Yongkang era ministro della sicurezza statale. Così, l’unica spiegazione che io cerco di darmi è la seguente: l’arresto e la sentenza contro Liu Xiaobo è stata un atto malevolo commesso da questo corrotto rappresentante. Ma io credo che un giorno la verità verrà a galla.
Liu Xiaobo ha vinto il premio Nobel per la pace, molto ben meritato. Liu Xiaobo ha percorso la via della minima resistenza e del maggior significato. Il suo scopo ultimo era tale che nessuno si opponesse in modo aperto.
Se la Cina camminasse davvero sulla strada della democrazia, il popolo cinese e il mondo intero potrebbero beneficiare della presenza di una grande potenza davvero responsabile, che potrebbe giocare un immenso ruolo positivo nello sviluppo integrale della civiltà.
In memoria di Liu Xiaobo, un grande patriota.
13 luglio 2017
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