Bangladesh, la difficile convivenza tra sicurezza e diritti umani
Per arginare il crimine dilagante il governo finanzia un corpo speciale di polizia, che secondo attivisti locali "ha licenza di uccidere"; in un anno centinaia di fuorilegge morti per "fuoco incrociato".
Dhaka (AsiaNews) In Bangladesh per garantire la sicurezza interna si rischia di andare incontro a una sistematica violazione dei diritti umani. Lo denunciano numerosi attivisti locali e fonti di AsiaNews nel Paese confermano la preoccupazione sull'operato di un corpo di polizia speciale istituito dal governo un anno fa. Il Rab (Rapid Action Battalion) continua ad arrestare numerosi criminali, che dopo gli interrogatori finiscono col morire in ormai troppo frequenti "fuochi incrociati".
L'ultimo incidente si è verificato ieri sera quando nel villaggio di Brahmmandia un criminale di 44 anni è morto in uno scontro a fuoco tra i suoi complici e il Rab, che lo aveva arrestato pochi giorni prima. Esperti del Paese spigano ad AsiaNews la dinamica di questi episodi "all'ordine del giorno".
Formato da uomini di diversi reparti della polizia, il Rab, nasce per realizzare azioni rapide e urgenti. "Dalla frequenza di questi incidenti secondo le fonti anonime è evidente, però, che questo corpo ha la licenza di uccidere". Invece di consegnare alla giustizia i criminali infatti li elimina fisicamente con uno schema ormai fisso: il ricercato viene arrestato e interrogato, ammette di aver nascosto armi fuori dal centro abitato, quando si va per recuperarle i suoi complici attaccano il Rab; mentre il criminale cerca di scappare rimane ucciso dal fuoco incrociato.
Queste operazioni trovano tuttavia il consenso della popolazione, esasperata dal diffuso crimine e dalla povertà. "I casi di questo genere sono ormai centinaia", denuncia la fonte. "Per ora il Rab sembra aver agito senza orientamenti politici: ha ucciso figure vicine al partito al potere e malviventi legati all'opposizione. Ha scelto anche obiettivi odiati dalla popolazione: assassini, taglieggiatori, mafiosi. A lungo andare, però, avere un corpo di polizia che agisce nell'illegalità è una minaccia seria al rispetto dei diritti umani nel Paese".
Di recente un'associazione per i diritti umani, la Ain-O-Salish Kendro (Ask) ha presentato in pubblico un rapporto sulle operazioni del Rab e le ripercussioni sui diritti umani. Subito dopo membri dell'organizzazione sono stati oggetto di telefonate minatorie e intimidazioni.
Secondo gli analisti, la questione di fondo è che il governo non riesce a trovare altra soluzione, per ora, al problema del crimine, della minaccia terrorista e di uno sviluppo che genera profonde disparità sociali.
"La gente - raccontano - non ha difese, è esasperata e si fa giustizia da sola: linciaggi e lapidazioni sono all'ordine del giorno", mentre sono in crescita sequestri, rapine, corruzione, estorsione e violenze sulle donne. "A Dhaka - sottolineano alcuni residenti - circola molta ricchezza: è in atto un rapido processo di industrializzazione, che porta lavoro alle donne, tv e divertimenti". Purtroppo la crescita è accompagnata da grande disparità e un forte sfruttamento; non esistono strumenti di difesa per i lavoratori, il sindacalismo non è ancora capillare e troppo politicizzato. Sono frequenti manifestazioni di donne in fabbriche tessili che scioperano per arretrati anche di 5 mesi.
La disoccupazione è alta: le campagne si svuotano ma in città non si trova lavoro e cresce la criminalità. I più poveri guidano il risciò, ma il ragazzo che ha studiato sogna solo di andarsene. A volte invece i giovani stessi fanno i taglieggiatori e si organizzano in bande. Chi non paga o non ha una forte raccomandazione non trova lavoro. Per un lavoro governativo devi dare mesi e mesi di stipendio in anticipo: definite ufficialmente "cauzioni", in realtà sono un vero e proprio pizzo. (MA)