08/02/2025, 11.30
THAILANDIA - BANGLADESH
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Bangkok: la missione di suor Marie Agnes, in prima fila contro la tratta di minori

di Sumon Corraya

Dal turismo ai social network sono in aumento i mezzi usati dai trafficanti di vite umane. La religiosa opera attraverso corsi di formazione, anche nelle scuole, coinvolgendo pure insegnanti e presidi. Per vincere la sfida servono anche dialoghi personalizzati e approcci innovativi. Ieri il messaggio del papa nella giornata di preghiera promossa dalla Chiesa.

Bangkok (AsiaNews) - Dal turismo ai social media veicolati attraverso la rete internet, si sono moltiplicati negli ultimi anni i mezzi usati dagli sfruttatori per alimentare il traffico di vite umane. Lottare contro la tratta è la missione di suor Marie Agnes Buasap, delle Suore Ospedaliere di San Paolo (di Chartres), dal 1984 in prima linea attraverso un’opera capillare di contrasto, informazione - che riguarda tanto i giovani quanto genitori, insegnanti ed educatori - e recupero. Come coordinatrice di Talitha Kum Thailandia ha guidato incontri, seminari, corsi di formazione raggiungendo almeno 52.466 studenti in 35 scuole, integrando la sensibilizzazione contro la tratta nei programmi di studio. Un’opera fondamentale, richiamata anche ieri da papa Francesco nel messaggio per la Giornata di preghiera e impegno contro questo fenomeno, che la Chiesa celebra nella festa di santa Giuseppina Bakhita.

Le sue strategie innovative ispirano gli educatori a combattere in modo pro-attivo la tratta, affrontandone le complesse realtà. “Come educatrice che lavora all’interno del sistema scolastico” racconta ad AsiaNews suor Marie, ”lavoro con la Congregazione di San Paolo, che gestisce 24 scuole in tutta la Thailandia, comprese le zone di confine e la capitale. Lavoriamo anche con 10 scuole diocesane”.

La religiosa ammette che, oggi, bambini e ragazzi corrono rischi maggiori in tema di traffico di vite umane, in special modo quelli legati all’uso dei social network, che è uno dei settori di maggior importanza nel lavoro di Talitha Kum Thailand. “Integriamo l’educazione anti-tratta in varie materie del programma di studi. Conduciamo sessioni di formazione - aggiunge - in diverse scuole per aiutare gli insegnanti a integrare questa consapevolezza nell'insegnamento e nelle attività. Ogni scuola implementa anche le proprie campagne adatte al contesto e garantisce ai bambini e ai giovani l’accesso ai sistemi di supporto”.

Suor Marie Agnes Buasap condivide alcuni esempi del suo lavoro, che contribuiscono a sensibilizzare bambini e adulti. “Attraverso i nostri programmi nelle scuole, formiamo gli insegnanti affinché integrino” la materia “nelle loro lezioni. Facciamo - spiega - anche formazione diretta agli studenti e siamo stati invitati a condividere le informazioni con i gruppi della comunità locale e con i giovani delle tribù delle colline”. “Durante le nostre sessioni di formazione, spesso veniamo a conoscenza e forniamo assistenza a studenti e persino a insegnanti - confessa - che sono stati vittime di traffici illeciti. In alcuni casi, collaboriamo con la nostra rete per intraprendere azioni legali”. E non sono rari i casi in cui collabora con gli stessi tutori e genitori per aiutarli a comprendere le dinamiche della tratta, e prevenirle.   

Per la religiosa la tecnologia moderna, come i telefoni cellulari e l’accesso a internet, aumenta i rischi per i bambini e gli adolescenti in Thailandia, come nel resto del mondo. “I social media - spiega - rappresentano una minaccia seria per i bambini e gli adolescenti. Sebbene i telefoni siano diventati necessari per la vita quotidiana e l’istruzione, lo stesso dispositivo può celare pericoli. I bambini sono spesso molestati o adescati attraverso questi mezzi, e questo problema si è intensificato durante la grande pandemia [di Covid-19], quando i bambini non potevano frequentare la scuola e passavano più tempo online” con la didattica a distanza.

Vi è poi il capitolo legato al turismo, dato che la Thailandia è una delle principali mete del continente asiatico. Soprattutto la capitale, Bangkok, e Pattaya sono fra i luoghi di maggior interesse e, per questo, la suora auspica l’adozione di misure più severe per ridurre il traffico sessuale in queste aree. “Per quanto riguarda le misure rigorose per ridurre il traffico di esseri umani, credo che esistano già norme sufficienti. Ciò che va migliorato - avverte - è la loro applicazione e una più seria implementazione delle sanzioni, soprattutto per i crimini contro i bambini e i giovani”.

Un altro fattore è quello inerente la formazione di insegnanti e direttori scolastici, che a volte sembrano non riconoscere o sottostimare i pericoli legati alla tratta di vite umane o considerano la questione solo da un punto di vista sessuale, connesso alla prostituzione. Per vincere la sfida, sottolinea, servono anche dialoghi personalizzati e approcci innovativi motivando la dirigenza scolastica e il personale docente a integrare questi temi cruciali nei loro programmi di studio senza appesantire il carico di lavoro esistente. “Le risorse vincenti - afferma - vengono poi condivise in tutta la nostra rete di scuole, creando un prezioso archivio di materiali didattici”.

La portata della missione della religiosa e dell’istituzione che coordina è racchiusa anche nei numeri: in almeno 35 scuole in cui il team di Talitha Kum ha condotto laboratori “abbiamo formato 87 operatori religiosi e 3.095 insegnanti, […] raggiungendo 52.466 studenti. La risposta è stata positiva, con diverse scuole che hanno implementato attività adatte al loro contesto. Siamo sempre convinti - aggiunge - che più bambini e giovani riusciamo a proteggere dalla tratta, meno vittime dovremo riabilitare (cosa molto più difficile)”.

La congregazione delle religiose di san Paolo di Chartres è nata in Francia nel 1696. L’arrivo in Thailandia - dove oggi è presente in 11 diocesi - della prima suora risale al 1898, con la missione al Saint Louis Hospital di Bangkok, seguito sette anni più tardi dal lavoro educativo alla Assumption Convent School, che celebra il suo 120° anniversario nel 2025. “Gestiamo due ospedali: l’ospedale Saint Louis a Bangkok e l’ospedale Saint Mary a Nakhon Ratchasima. Gestiamo anche 24 scuole, tra cui quattro gratuite, e lavoriamo in 10 scuole diocesane. Infine, gestiamo case per anziani e bambini affetti da Hiv e svolgiamo attività di sensibilizzazione - conclude - in villaggi remoti”.

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