Bangkok: diritto allo studio, la corsa del rocker non convince i thailandesi
Critiche all'iniziativa benefica del cantante Toon Bodyslam che vorrebbe correre per 109 chilometri per finanziare gli studi di altrettanti ragazzi. "Chieda piuttosto al governo di rendere gratuita per tutti l'istruzione". Nel primo semestre 2021 nel Paese sono aumentati del 30% gli studenti in povertà.
Bangkok (AsiaNews) - In Thailandia potrebbe arenarsi l'ultima iniziativa benefica di Toon Bodyslam (nome d’arte di Artiwara Kongmalai) uno dei più noti rocker thailandesi, frontman del gruppo Bodyslam. Appassionato della corsa, negli ultimi anni il cantante ha organizzato diverse marce lungo il Paese per sensibilizzare sui problemi sociali e raccogliere fondi per varie iniziative caritative, oltre che stimolare i thailandesi a rivalutare l’attività fisica.
Dopo una simile iniziativa lo scorso anno, la sua proposta di una “corsa virtuale” (con una partecipazione a distanza dei singoli corridori) di 109 chilometri dal 1 gennaio al 28 febbraio per finanziare gli studi di altrettanti studenti medi, ha raccolto questa volta anche molte critiche. In particolare c’è chi ha segnalato come la sua notorietà potrebbe essere meglio spesa per convincere le autorità a intervenire concretamente per ridurre disuguaglianze e povertà aggravate dalla crisi pandemica. Ad esempio, in un Paese dove l'istruzione gratuita arriva fino alle medie inferiori, ci sono fino a un milione di studenti iscritti a anni successivi che potrebbero beneficiare di un intervento che assicuri loro un accesso senza costi all’istruzione.
È infatti un tema molto caldo in Thailandia quello del peso sulle famiglie degli studi dei figli, associato a un basso livello di preparazione finale e a un costante indottrinamento di carattere nazionalistico. Ancor più dibattuto in un tempo in cui ulteriori difficoltà economiche hanno toccato un gran numero di persone. Si calcola che nel primo semestre del 2021 gli studenti in condizione di povertà siano saliti almeno a 1,24 milioni, con un incremento del 30% rispetto all’anno precedente. Una situazione che ha incentivato l'abbandono delle aule per cercare di supplire alle nuove necessità delle famiglie e a un incremento dei problemi legati a criminalità e dipendenze di varia natura.
Una realtà a cui si affianca quella di una difficoltosa transizione all’apprendimento online che ha pesato soprattutto sugli studenti delle medie inferiori, che in molti casi mostrano carenze notevoli in materie essenziali. Ma ancora più grave è il danno per i loro coetanei delle aree più periferiche (l’87% degli studenti in 29 delle 76 province del Paese) che non hanno avuto la possibilità di seguire online le lezioni per la mancanza di elettricità o di una tecnologia adeguata e che ora, incapaci di tenere il passo dei compagni più fortunati, rischiano non tornare più in aula.
02/02/2023 08:55