13/04/2023, 14.23
THAILANDIA
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Bangkok: a un mese dalle elezioni il premier Prayut in coda nei sondaggi

La figlia dell'ex premier in esilio Thaksin Shinawatra è la più popolare. Le votazioni si terranno il 14 maggio e coinvolgeranno oltre 52 milioni di elettori. Non si voterà per il Senato, i cui membri sono stati nominati nel 2019 dalla giunta militare. I principali candidati e le preoccupazioni sul rispetto dei diritti umani.

Bangkok (AsiaNews) - A un mese dalle elezioni generali in Thailandia i sondaggi danno per favorito il principale partito d’opposizione, il Pheu Thai Party, ma l’attuale primo ministro, il generale Prayut Chan-ocha, salito al governo dopo un colpo di Stato nel 2014, potrebbe ottenere un terzo mandato se il suo nuovo schieramento, lo United Thai Nation Party, dovesse allearsi con uno degli altri raggruppamenti conservatori e filo-militari.

La legge elettorale

Il 14 maggio oltre 52 milioni di elettori saranno chiamati alle urne, dove riceveranno due schede: una per il deputato del collegio elettorale locale e una per la lista di partito, necessarie per eleggere i 500 parlamentari della Camera dei deputati, di cui 400 provenienti dalle circoscrizioni e 100 dal sistema delle liste di partito. 

Il Senato è invece composto da 250 membri nominati nel 2019 dal Consiglio nazionale per la pace e l'ordine (il nome che ha assunto la giunta militare dopo il golpe del 2014) e non sarà interessato dalle votazioni, ma entro la fine di agosto si riunirà con la Camera per nominare il prossimo primo ministro, che, per governare, avrà bisogno di almeno 376 voti. Alle ultime elezioni del 2019 il Senato aveva votato in blocco per Prayut.

La settimana scorsa Human Rights Watch ha dichiarato che le attuali circostanze politiche impediscono lo svolgimento di vere elezioni libere e democratiche, sottolineando che il quadro legale è regolamentato da una Costituzione redatta nel 2017 da un'assemblea scelta dalla giunta militare, rafforzando il potere militare a scapito di quello civile.

La legge thailandese vieta la compravendita di voti ma anche la vendita di alcolici e lo svolgimento di “sessioni di bevute” a partire dalle 18.00 del giorno precedente alle elezioni fino alla fine della giornata elettorale. Tra le persone a cui non è permesso votare ci sono i prigionieri, chi soffre di gravi malattie mentali e i monaci.

I (principali) candidati 

Negli ultimi anni, caratterizzati da disordini politici e difficoltà economiche, la popolarità di Prayut, 69 anni, - che nel 2019 ha dismesso gli abiti militari per indossare quelli civili - è andata scemando. L’ex generale ha promesso che se verrà rieletto terminerà il lavoro iniziato nel 2014 e troverà un successore entro i prossimi due anni: in base a un ordine della Corte costituzionale, infatti, Prayut, raggiunto il limite di otto anni di governo, potrà coprire solo metà mandato.

Prawit Wongsuwan, 77 anni, ha riempito il vuoto lasciato da Prayut all’interno del partito Palang Pracharat dopo la creazione dello United Thai Nation Party. Vice ministro per tutta l’attuale amministrazione e proveniente dalla giunta militare come Prayut, è considerato uno degli uomini più potenti della Thailandia. Per queste elezioni si è posto come figura di raccordo tra le forze conservatrici e quelle democratiche.

Il Pheu Thai Party, lo schieramento all’opposizione che - con altre denominazioni - aveva vinto tutte le tornate elettorali dal 2001 in poi, ha presentato come principale candidata Paethongtharn Shinawatra, 36 anni, figlia minore dell’ex premier in esilio Thaksin Shinawatra, nella speranza di riuscire a superare il blocco di voti del Senato per formare un nuovo governo. Nota con il soprannome “Ung Ing” e neofita dal punto di vista politico, è dirigente di una società immobiliare. Ha condotto la sua campagna elettorale nelle abbienti roccaforti rurali della Thailandia proponendo politiche populiste, come l’aumento del salario giornaliero a 600 baht al giorno (circa 17,5 dollari). La sua popolarità è andata crescendo, ma il Pheu Thai ha candidato anche Srettha Thavisin, 60 anni, amministratore delegato di una delle più grandi società immobiliari del Paese popolare nella comunità imprenditoriale. Secondo alcuni osservatori la sua candidatura fa da contraltare a quella di Shinawatra, che per l’opinione pubblica thailandese ha poca esperienza.

Il 42enne Pita Limjaroenrat, al secondo posto nei sondaggi, ma con un netto distacco di circa 15 punti percentuali, eletto deputato per la prima volta nel 2019, è il candidato e leader del partito di opposizione progressista Move Forward, schieramento popolare tra i giovani che in passato ha proposto emendamenti alla rigida legge sulla lesa maestà thailandese, che punisce gli insulti alla famiglia reale con pene fino a 15 anni di carcere.

L’attuale ministro della Salute, invece, Anutin Charnvirakul, 56 anni, potrebbe diventare, secondo alcuni analisti, l’ago della bilancia. Il suo partito, il Bhumjaithai, controlla quasi 50 seggi in Parlamento e ha lavorato per depenalizzare il consumo ricreativo di marijuana irritando i partiti conservatori.

Economia, giovani e diritti umani

L’economia è la questione principale intorno alle quali si sono formate le proposte dei partiti, che hanno promesso salari più alti, migliori posti di lavoro e sussidi. Negli ultimi anni è aumentato il costo della vita e il debito delle famiglie continua a essere molto elevato, mentre a livello internazionale, dopo il golpe c'è stato un avvicinamento economico verso la Cina. Nel 2022 la crescita thailandese è stata del 2,8%, e anche per il 2023 le statistiche del Consiglio nazionale per lo sviluppo economico e sociale della Thailandia prevedono, rispetto alle altre nazioni del sud-est asiatico, un lento avanzamento economico intorno al 3%.

Molti osservatori hanno posto l’attenzione sul ruolo dei giovani, dopo le proteste che chiedevano una riforma della monarchia di tre anni fa. Dal luglio 2020 le autorità thailandesi hanno incriminato oltre 1.800 attivisti pro-democrazia, sostenitori dell'opposizione e critici del governo per aver espresso le proprie opinioni o aver partecipato a manifestazioni politiche pacifiche. Tra gli accusati ci sono anche oltre 280 minori, di cui 41 sotto i 15 anni, ha evidenziato Human Rights Watch. Tuttora la Commissione elettorale vieta qualsiasi riferimento alla monarchia nelle campagne elettorali e ha minacciato di perseguire coloro che violino il divieto. Nel novembre 2021, la Corte costituzionale ha stabilito che criticare la monarchia sarà considerato un atto di tradimento.

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