Bangkok "libera" 175 rifugiati nordcoreani: potranno andare in Corea del Sud
Arrestati perché immigrati clandestini, ora il gruppo ha lo status di rifugiato politico. Seoul mantiene un profilo basso per non irritare Pyongyang, ma probabilmente accetterà i rifugiati.
Seoul (AsiaNews) La Thailandia ha accettato ieri di liberare i 175 immigrati clandestini nordcoreani chiusi nell'Ufficio immigrazione di Bangkok e di permettergli l'espatrio in Corea del Sud, invece di condannarli a tornare nel Nord della penisola.
Il generale Suwat Tumrongsiskul, capo della polizia doganale thai, ha spiegato che "erano stati arrestati perché hanno varcato i nostri confini in maniera illegale. Abbiamo però deciso di concedere loro lo status di rifugiati politici e quindi li proteggeremo fino alla partenza per una terza nazione".
Fino ad ora, Seoul ha deciso di mantenere un profilo basso sulla questione ed ha annunciato di voler dirimere la questione solo tramite le vie diplomatiche, per non irritare il regime guidato da Kim Jong-il. Nel 2004, infatti, il governo sudcoreano ha accettato 460 nordcoreani provenienti dal Vietnam, scatenando una ridda di polemiche e proteste ufficiali da parte di Pyongyang.
Per Ryoo Kihl-jae, professore all'Università degli studi sulla Corea del Nord, "la situazione non si può aggravare". "La penisola coreana spiega ha già due cancri: la questione nucleare ed i test missilistici effettuati da Pyongyang il 4 luglio scorso. Non credo che le relazioni possano aggravarsi più di così".
Oltre ai 175 pronti all'espatrio, in Thailandia vi sono altri 95 nordcoreani che hanno chiesto rifugio presso Organizzazioni non governative o all'ambasciata degli Stati Uniti: di questi, 30 hanno chiesto di poter entrare negli Usa.