02/12/2024, 12.55
THAILANDIA - CAMBOGIA
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Bangkok espelle altri sei dissidenti politici cambogiani, anche se rifugiati

La Thailandia ha arrestato e il giorno dopo rimpatriato il gruppo di attivisti, che una volta rientrati in Cambogia sono stati presi in custodia dalle autorità locali e portati in tre diverse carceri. Human Rights Watch ha denunciato l'operazione, sottolineando che da tempo i governi autoritari del sud-est asiatico si scambiano i prigionieri politici. Dal 2025 la Thailandia avrà un seggio al Consiglio per i diritti umani delle Nazioni unite.

Bangkok (AsiaNews/Agenzie) - Le autorità thailandesi hanno rimpatriato sei oppositori politici cambogiani e un bambino, nipote di uno degli attivisti. Si tratta di persone che avevano ottenuto lo status di rifugiato o, in un caso, erano in attesa di riceverlo. “I funzionari thailandesi hanno usato le accuse di immigrazione come una comoda scusa per deportare questi rifugiati cambogiani senza un controllo giudiziario e in palese disprezzo dei principi fondamentali di protezione dei rifugiati”, ha denunciato Elaine Pearson, responsabile per la regione Asia di Human Rights Watch (HRW).

Pen Chan Sangkream, Hong An, Mean Chanthon, Yin Chanthou, Soeung Khunthea e Vorn Chanratchana sono stati arrestati il 24 novembre a Pathum Thani, a nord della capitale, Bangkok, con l’accusa di trovarsi in Thailandia illegalmente. Il giorno successivo sono stati espulsi in Cambogia, dove sono stati portati in tre carceri diverse, mentre il bambino di 5 anni è stato affidato alla famiglia. In base a mandati di arresto emessi dalla Corte municipale di Phnom Penh, i sei attivisti sono accusati di “complotto” ai sensi dell'articolo 453 del codice penale, punibile fino a 10 anni di detenzione.

I sei attivisti sono in realtà sostenitori del partito Cambodian National Rescue, che ha a lungo rappresentato l’opposizione all’interno del regime autoritario della Cambogia. Dal suo scioglimento nel 2017, il governo cambogiano ha continuato a perseguire gli ex membri con accuse motivate politicamente, sottolinea HRW. Secondo Radio Free Asia, Pen Chansangkream e Hong An erano già stati incarcerati nel 2021 per aver partecipato ad alcune proteste che chiedevano al governo cambogiano di affrontare questioni di ingiustizia sociale. I sei oppositori si erano poi rifugiati in Thailandia nel 2022, dove avevano ottenuto la protezione internazionale da parte dell’Agenzia Onu per i rifugiati (UNHCR). Solo una persona del gruppo era in attesa di vedersi riconosciuto lo status. 

La Thailandia è da tempo accusata di aiutare i governi della regione nella repressione dei dissidenti politici: coloro che scappano da Laos, Vietnam e Cambogia vengono riconsegnati ai rispettivi governi in cambio di oppositori e attivisti thailandesi. Una pratica, ampiamente documentata da HRW, che viola le norme del diritto internazionale consuetudinario (la Thailandia non ha mai firmato la Convenzione di Ginevra sui rifugiati ma consente all’UNHCR di operare sul proprio territorio) e la Convenzione delle Nazioni unite sulla tortura (di cui la Thailandia in questo caso invece è firmataria), nonché le stesse leggi interne thailandesi. La normativa sulla prevenzione e la soppressione della tortura e delle sparizioni forzate, entrata in vigore nel febbraio 2023, prevede infatti che “nessuna organizzazione governativa o pubblico ufficiale può espellere, deportare o estradare una persona in un altro Stato, qualora vi siano fondati motivi per ritenere che essa rischi di subire torture, trattamenti crudeli, inumani o degradanti, o sparizioni forzate”.

A febbraio di quest’anno la polizia thailandese aveva arrestato a Bangkok tre oppositori politici in vista della visita del primo ministro cambogiano Hun Manet, salito al potere lo scorso anno in maniera antidemocratica succedendo al padre, Hun Sen. Durante la visita, il premier Hun Manet aveva ringraziato l’omologo thailandese, al tempo Srettha Thavisin, per l’impegno a impedire “attività dannose” contro i Paesi vicini. Nello stesso periodo erano stati arrestati anche tre ex membri del Candlelight Party (il partito che oggi rappresenta l’opposizione cambogiana) che si erano rifugiati in Thailandia per timore di persecuzioni politiche nel loro Paese. 

Di recente la Thailandia ha ottenuto l’approvazione per un seggio al Consiglio per i diritti umani delle Nazioni unite, per un mandato di tre anni a partire dal 1° gennaio 2025

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