Bangkok, emergenza alluvioni: chiuso il secondo aeroporto della capitale
Le autorità hanno disposto la sospensione dei voli dal Don Meuang; i collegamenti trasferiti allo scalo internazionale Suvarnabhumi, che funziona a pieno regime. Il bilancio aggiornato parla di 366 morti dall’inizio di luglio. La capitale rischia il collasso. Il governo assicura trasparenza e informazioni aggiornate.
Bangkok (AsiaNews/Agenzie) – Le autorità hanno ordinato la sospensione dei voli nel secondo aeroporto di Bangkok, il Don Meuang, utilizzato soprattutto per i collegamenti interni, a causa degli allagamenti che hanno interessato lo scalo. Le compagnie interessate utilizzeranno lo scalo internazionale Suvarnabhumi, a est della capitale, che funziona a pieno ritmo e non è stato investito dall’emergenza. Intanto il bilancio aggiornato delle vittime è salito a quota 366, da quando è iniziata l’emergenza ai primi del luglio scorso.
Per limitare i disagi e favorire il lavoro delle squadre di emergenza, il governo thai ha proclamato cinque giorni straordinari di festa – dal 27 al 31 ottobre – per 21 province del Paese, fra cui la capitale Bangkok.
A nord della capitale le autorità continuano una lotta serrata contro il tempo, nel tentativo di far defluire l’enorme mole di acqua che preme da nord. Per il momento sono sette su 50 i distretti di Bangkok a forte rischio inondazione, situate nella parte nord e nord-ovest. Non è esclusa la possibilità che l’alluvione possa superare le barriere predisposte a protezione della città, aumentando le preoccupazioni della cittadinanza e dei funzionari di governo. Pracha Promnog, capo della Protezione civile, conferma che “l’acqua entrerà a Bangkok da Rangsit, Nonthaburi e Pathum Thani”.
Secondo le previsioni degli esperti, per domani sono attesi circa 4.000 milioni di metri cubi di acqua da Ayutthaya. Il vice-governatore di Bagnkok spiega però che la capitale può reggere fino a “400 milioni di metri cubi di acqua al giorno”. Ieri il fiume Chao Phraya ha raggiunto il livello record di 2,3 metri sul livello del mare, superando i 2,7 metri raggiunti nel 1995. Ad una popolazione che comincia a mostrare segni di allarme e nervosismo, la premier Yingluck Shinawatra assicura che “l’esecutivo non ha intenzione di nascondere alcuna informazione” e verranno forniti “aggiornamenti regolari”.
Per limitare i disagi e favorire il lavoro delle squadre di emergenza, il governo thai ha proclamato cinque giorni straordinari di festa – dal 27 al 31 ottobre – per 21 province del Paese, fra cui la capitale Bangkok.
A nord della capitale le autorità continuano una lotta serrata contro il tempo, nel tentativo di far defluire l’enorme mole di acqua che preme da nord. Per il momento sono sette su 50 i distretti di Bangkok a forte rischio inondazione, situate nella parte nord e nord-ovest. Non è esclusa la possibilità che l’alluvione possa superare le barriere predisposte a protezione della città, aumentando le preoccupazioni della cittadinanza e dei funzionari di governo. Pracha Promnog, capo della Protezione civile, conferma che “l’acqua entrerà a Bangkok da Rangsit, Nonthaburi e Pathum Thani”.
Secondo le previsioni degli esperti, per domani sono attesi circa 4.000 milioni di metri cubi di acqua da Ayutthaya. Il vice-governatore di Bagnkok spiega però che la capitale può reggere fino a “400 milioni di metri cubi di acqua al giorno”. Ieri il fiume Chao Phraya ha raggiunto il livello record di 2,3 metri sul livello del mare, superando i 2,7 metri raggiunti nel 1995. Ad una popolazione che comincia a mostrare segni di allarme e nervosismo, la premier Yingluck Shinawatra assicura che “l’esecutivo non ha intenzione di nascondere alcuna informazione” e verranno forniti “aggiornamenti regolari”.
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