Bangkok, 91 rifugiati obbligati a tornare in Corea del Nord
Un tribunale ha condannato il gruppo anche ad un anno di libertà vigilata per essere entrati nel Paese in maniera illegale e senza documenti. Gli esuli vogliono presentare la richiesta di asilo politico per poi fuggire in Corea del Sud.
Bangkok (AsiaNews/Agenzie) Una Corte di giustizia thailandese ha condannato 91 rifugiati nordcoreani a rientrare in patria dopo averli giudicati colpevoli di essere entrati nel Paese in maniera illegale e senza documenti. Il 24 ottobre scorso la polizia ha arrestato l'intero gruppo che si trovava in una zona periferica della capitale.
I giudici hanno inoltre condannato 76 di loro a 6 mesi di galera: la pena è stata commutata in un anno di libertà vigilata, dato che i fuggiaschi hanno confessato il loro crimine. I 15 non condannati sono tutti bambini, che in ogni caso dovranno tornare in Corea con i genitori.
Al momento, il gruppo si trova in un Centro di accoglienza per immigrati clandestini, in attesa del rimpatrio. Secondo fonti della polizia thai, stanno preparando la richiesta di asilo politico che li porterebbe con lo status di rifugiati in Corea del Sud.
Gli esuli sono entrati in Thailandia dopo aver varcato il confine con la Cina ed in secondo tempo quello con il Myanmar. Questa rotta sta diventando sempre più comune per i nordcoreani che cercano di fuggire dal regime guidato da Kim Jong-il.
Quest'anno le autorità di Bangkok hanno fermato oltre 400 rifugiati, mentre nel 2005 il numero si fermava a 50.