Banda Aceh: su pressione degli islamisti, chiuse 9 chiese e 6 templi buddisti
Jakarta (AsiaNews) - Le autorità di Banda Aceh - capoluogo della provincia autonoma speciale di Aceh Nanggroe Darussalam - hanno ordinato la chiusura di nove case di preghiera cristiane e altre sei buddiste, per presunte irregolarità inerenti i permessi di costruzione. La decisione è giunta ieri, come annunciato dal vice-sindaco Hajjah Illiza Sa'aduddin Djamal secondo cui gli edifici erano "illegali" per la mancanza dell'Izin Mendirikan Bangunan (Imb). Come riferito dalla donna, il diritto proibisce di usare costruzioni private per "cerimonie o funzioni religiose".
Il funzionario avverte che "Aceh è una regione autonoma, che prevede l'applicazione della Shariah, la legge islamica" e le case di preghiera violavano le leggi vigenti perché "prive dell'Imb". Il riferimento è all'Izin Mendirikan Bangunan (Imb), delibera scritta che permette l'apertura di un cantiere. La vicenda si complica se si tratta di un luogo di culto cristiano: serve il nulla osta di un certo numero di residenti nell'area e del gruppo per il dialogo interreligioso. Ma i progetti vengono spesso bloccati dietro pressioni di movimenti radicali islamici.
La vice-sindaco Djamal ha chiesto che vengano "sorvegliate" le attività delle comunità buddiste e cristiane, perché svolgano le funzioni nei luoghi previsti. Una decisione, spiega, presa per "mantenere l'armonia interconfessionale". E aggiunge: "non rilasceremo alcun nuovo Imb per altre chiese o vihara [buddisti]".
Il provvedimento è accolto con entusiasmo dalla frangia islamista locale. Il capo del Fronte di difesa islamico (Fpi) ad Aceh, Yusuf Al-Qardhawy, invita molte altre amministrazioni a seguire l'esempio di Banda Aceh, applicando la legge [islamica] e bloccando qualsiasi attività di culto non musulmana e priva di approvazione. Egli assicura il monitoraggio "continuo sul campo", per verificare che le norme vengano fatte rispettare. Fonti locali sottolineano che la chiusura dei luoghi di culto buddisti e cristiani, disposta dal comune, è conseguenza diretta della denuncia fatta dagli islamisti per l'uso "improprio" degli edifici.
La provincia di Aceh, la più occidentale dell'arcipelago di Indonesia, nazione musulmana più popolosa al mondo, è anche l'unica in cui vige la shariah; il rispetto delle regole è inoltre assicurato dalla presenza per le strade della "polizia della morale", un corpo speciale che punisce le violazioni al costume. In passato sotto la guida del governatore Irwandy Yusuf - capo della guerriglia - vigeva una relativa calma e armonia interreligiosa fra maggioranza musulmana e "stranieri" di diverse confessioni non islamiche. Tuttavia, negli ultimi tempi la situazione è cambiata: sono iniziati gli attacchi contro le minoranze religiose, l'ala fondamentalista ha guadagnato sempre più potere e libertà di azione.
Alle elezioni dello scorso aprile ha trionfato Zaini Abdullah, anch'egli leader della guerriglia separatista a lungo in esilio in Svezia, che ha promesso lotta alla corruzione e applicazione della legge islamica (cfr. AsiaNews 18/04/2012 Zaini Abdullah, nuovo governatore di Aceh, promette più Shariah). Ed è proprio la rigida applicazione della shariah una delle condizioni poste dai ribelli indipendentisti a Jakarta, per mettere fine alla guerra armata. A testimonianza della crescente tensione interreligiosa, nel recente passato l'area è stata teatro di attacchi e violenze contro le comunità cristiane, che hanno portato alla chiusura dei luoghi di culto (cfr. AsiaNews 07/05/2012 Minacce estremiste ad Aceh: le autorità chiudono tre chiese e AsiaNews 19/06/2012 Aceh, centinaia di estremisti islamici attaccano una casa di preghiera cristiana).
02/07/2021 07:57
21/06/2021 14:52