Banca mondiale: taglio al debito e nuovi finanziamenti per la crescita in Myanmar
Yangon (AsiaNews/Agenzie) - La Banca mondiale ha annunciato il raggiungimento dell'accordo, atteso a lungo, che porterà alla riduzione del decennale debito estero del Myanmar, accumulato dai regimi militari succeduti al potere negli ultimi 40 anni. La conferma è arrivata ieri e aprirà le porte a nuovi prestiti, fondamentali per dare ulteriore impulso all'economia birmana, ancora oggi arretrata ma con notevoli potenzialità, come sottolineano gli esperti. E nel quadro di un processo di sviluppo, la leader dell'opposizione democratica Aung San Suu Kyi ha sottolineato che il Paese deve mantenere "relazioni amichevoli" sia con lo storico alleato cinese che con gli Stati Uniti.
La Banca nipponica per la cooperazione internazionale, istituto che cura lo sviluppo dei progetti oltremare del Sol Levante, fornirà al Myanmar un "prestito ponte" per coprire il debito attuale con la Banca Mondiale e la Banca asiatica per lo sviluppo, che ammonta a circa 900 milioni di dollari. Il governo birmano ha interrotto i pagamenti dei vecchi debiti nel 1987, rendendo impossibile l'erogazione di ogni ulteriori credito o finanziamento.
Fra i primi effetti del provvedimento c'è 'ingresso nel Paese asiatico di nuovi finanziamenti diretti dall'estero, che si sommano agli attuali investimenti, incentivati da costi di manodopera e lavoro molto bassi. Tokyo sembra così intenzionata a premere sull'acceleratore per dar vita alla zona economica speciale attorno alla capitale Naypiydaw, in base al piano da 12,3 miliardi di dollari voluto da colossi nipponici dell'industria fra cui Mitsubishi, Marubeni e Sumitomo.
Al contempo, anche la Banca asiatica per lo sviluppo ha annunciato il prolungamento del prestito da 512 milioni di dollari al Myanmar, in un'operazione per molti versi analoga a quella avviata dalla Banca del Giappone per la cooperazione internazionale. In tema di debito estero, il maggior creditore della Birmania prima del 1988 era il Giappone, con 6,39 miliardi; poi è subentrata la Cina, che detiene un credito di 2,13 miliardi di dollari.
Ieri intanto Aung San Suu Kyi, intervenendo al Forum globale per la pace di Honolulu, ha sottolineato che gli Stati Uniti - sotto la presidenza Obama più attenti alle vicende asiatiche - non rappresentano una "sfida" alla decennale amicizia fra Cina e Myanmar. Dall'evento hawaiano, la Nobel per la pace e leader della Lega nazionale per la democrazia (Nld), ha spiegato che "non bisogna essere amici di Stati Uniti o Cina", ma "bisogna essere amici di entrambi". La "Signora" ha infine aggiunto che lotta alla corruzione e libertà di pensiero e parola devono restare punti fermi per lo sviluppo futuro della nazione.