Ban Ki-moon chiede ad Assad e ai ribelli una inchiesta urgente sulle armi chimiche
Damasco (AsiaNews) - Il segretario delle Nazioni Unite Ban Ki-moon ha chiesto a un gruppo di esperti dell'Onu di fare presto un'inchiesta sull'uso di armi chimiche alla periferia di Damasco, domandando a Bashar Assad e ai ribelli di facilitare il raggiungimento della verità sull'accaduto.
Parlando da Seoul, dove partecipa a un incontro dell'Onu, Ban ha sottolineato che "ogni uso di armi chimiche, ovunque, da parte di chiunque, in ogni circostanza, viola le leggi internazionali... Un tale crimine contro l'umanità porterebbe a serie conseguenze".
Il gruppo di esperti Onu è già a Damasco per verificare l'uso di armi chimiche ad Aleppo nei mesi scorsi. Ma il problema è tornato con forza dopo la diffusione di filmati che mostrano decine di persone morte senza apparenti ferite e altre, fra cui anche donne e bambini, ricoverate per asfissia. I ribelli accusano il regime di Assad di aver usato armi chimiche nel bombardamento di Ghouta, un quartiere periferico di Damasco e di aver provocato la morte di almeno 1300 persone.
I filmati, postati su internet, mostrano file di cadaveri avvolti nel sudario, bambini che vengono aiutati a respirare con maschere di ossigeno, adulti con gli occhi sbarrati, in preda a convulsioni, con bava alla bocca. Secondo medici esperti, i sintomi sono quelli di un avvelenamento da gas che blocca la respirazione. Ma finora non vi è una conferma indipendente sull'uso di armi chimiche e i ribelli, che accusano i soldati di Assad, sono stati spesso smentiti per aver manipolato immagini e informazioni. Esperti di fotografia confermano comunque che le immagini non sono manipolate e che sono state filmate il 21 agosto, il giorno del bombardamento di Ghouta.
Proprio per questo, Ban Ki-moon ha fatto notare che "non c'è alcuna buona ragione perché governo o forze di opposizione rifiutino l'opportunità di giungere alla verità sull'accaduto".
Damasco nega di aver usato armi chimiche, soprattutto alla presenza di esperti Onu in Siria, perché sarebbe "un suicidio politico". La Russia, da sempre a sostegno di Assad, sostiene il lancio di un'inchiesta e accusa le forze di opposizione di aver costruito una "premeditata provocazione" per guadagnarsi l'appoggio dell'Onu.
Per Francia, Gran Bretagna e soprattutto Stati Uniti il possibile uso di armi chimiche sarebbe una "linea rossa" che farebbe decidere per un intervento armato della comunità internazionale contro Assad, o per un aperto appoggio militare all'opposizione.
La "Primavera araba" di Damasco, iniziata oltre due anni fa, si è tramutata in una guerra civile e in un conflitto internazionale in cui Russia, Cina e Iran appoggiano il regime di Assad, mentre Stati Uniti, Unione europea, Turchia, Qatar e Arabia saudita appoggiano i ribelli. La situazione si è ancora più complicata per la presenza fra i ribelli di gruppi islamisti provenienti da Iraq, Sudan, Cecenia e altri Paesi islamici.
In tutti questi mesi sono morte oltre 100mila persone e almeno 2 milioni sono i profughi fuggiti in Libano, Giordania, Turchia, Iraq (Kurdistan).
Molte missioni dell'Onu hanno cercato senza successo un cessate-il-fuoco. Anche l'idea di una conferenza di pace, varata l'anno scorso, risulta difficile per la divisione fra i membri del Consiglio di sicurezza dell'Onu e per i tentativi di Assad e dei ribelli di guadagnare posizioni di maggior forza.
Ban Ki-moon ha detto che egli, insieme a John Kerry, segretario di Stato Usa, e a Serghei Lavrov, ministro russo degli Esteri, sta lavorando per la conferenza da tenersi a Ginevra "al più presto possibile". Un incontro preparatorio ("Ginevra II") doveva tenersi lo scorso maggio, ma è stato cancellato in data da destinarsi.