19/02/2008, 00.00
VIETNAM
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Bambini e analfabeti imparano a leggere con la Bibbia in cambogiano

Il lavoro di volontari cattolici a Loc Quang, vicino al confine con la Cambogia, tra le famiglie che hanno lasciato il vicino Paese. Con la loro azione, all’inizio guardata con sospetto dalla polizia, la situazione degli emigrati è migliorata.
Loc Quang (AsiaNews) – Guardati all’inizio con sospetto dalla polizia, da alcuni anni volontari cattolici operano nella parrocchia di Loc Quang, distretto di Loc Ninh, nella provincia di Binh Phuoc. La cittadina conta 12.700 abitanti, sorge a circa 17 chilometri dal confine con la Cambogia e vi vivono numerosi cambogiani, per lo più contadini poverissimi, la condizione dei quali ora è un po’ migliorata, grazie all’azione dei volontari.
 
Il 25% della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà, con meno di un dollaro al giorno. I cambogiani non hanno terra da coltivare e lavorano per sfamarsi. Nella stagione delle piogge, quando non si può coltivare, vanno nella foresta per la cura degli alberi della gomma. Sono veramente poveri e diseredati.
 
Nel 2000 sono venuti qui alcuni volontari, che vivono, lavorano e mandano avanti la loro missione con la gente. Dal 2002, da quando la semina della Buona Novella ha cominciato a dare buoni risultati, la vita delle persone ha avuto dei miglioramenti ed essi hanno abbandonato la superstizione ed il sottosviluppo. “Io – racconta un ragazzo ad AsiaNews – leggo la Bibbia in cambogiano, così posso anche studiare la mia lingua natale. Padre Hai ci insegna tutti i giorni. Di giorno, porto le mucche nei campi di riso e guadagno 5mila dong. Sono circa 20 centesimi di euro e il padrone mi dà anche da mangiare”.
 
Una ragazza spiega che padre Paul e fratel H insegnano a far bollire l’acqua e cucinare. “Sono molto affezionata a lloro due, che fin dal 2000 sono venuti a stare qui, lavorano con noi e ci hanno portato l’amore di Gesù e la Buona Novella. Io ogni domenica vado a messa, abbiamo una chiesa e preghiamo insieme”.
 
Hue, una operatrice sociale volontaria, ricorda che “l’anno scorso la polizia d’abitudine chiedeva a fratel H spiegazioni sul suo lavoro e le attività che aveva portato nella comunità. Il governo comunista guarda con sospetto i cattolici e non capisce ciò che facciamo. Fratel H – aggiunge – ha organizzato una classe per eliminare l’analfabetismo dei bambini e dei poveri. L’anno scorso, il governo locale e la sicurezza hanno ‘invitato’ fratel H negli uffici di polizia solo una volta, invece delle molte che ci era dovuto andare l’anno precedente, nel 2006”. Fratel H ha spiegato alla polizia che i cattolici erano qui per insegnare il cambogiano ai bambini ed aiutare la popolazione a superare le difficoltà, per il progresso del Paese. Così adesso la gente partecipa ale attività parrocchiali e fratel H ha anche preparato due giovani volontari, in modo che possano insegnare ai bambini in cambogiano e vietnamita”.
 
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