Bahrain: al via i colloqui di riconciliazione, anche con il partito sciita
Al-Wefaq, più grande blocco d’opposizione, manderà cinque delegati. Il “dialogo nazionale” era a rischio senza la partecipazione degli sciiti. “Se non si discuterà dei problemi della gente, ci ritireremo”, ha annunciato il leader del partito. Al-Wefaq è stato uno dei principali animatori della sollevazione popolare degli ultimi cinque mesi.
Dubai (AsiaNews/Agenzie) – Al-Wefaq, il più grande blocco sciita d’opposizione del Bahrain, parteciperà ai colloqui di riconciliazione che iniziano oggi, con cinque delegati. Lo ha annunciato ieri sera Sheikh Ali Salman, leader del partito, durante una manifestazione a Diraz, roccaforte dell’opposizione a nord-ovest della capitale Manama. “Nessuno ci dà ascolto – ha affermato Salman – quindi andremo al dialogo. Ma se ai colloqui non si parlerà di ciò che la gente ha bisogno, ci ritireremo”.
La decisione di al-Wefaq di aderire al cosiddetto “dialogo nazionale” conferisce credibilità al processo, già molto criticato da alcuni attivisti per non aver incluso membri chiave della famiglia reale e del governo. Il forum nazionale riunisce 300 partecipanti, provenienti da partiti politici, Ong, media, parlamento, sindacati e mondo imprenditoriale.
In vista dei colloqui, il re ha istituito una commissione indipendente, formata da giuristi internazionali, per chiarire quanto accaduto durante le proteste di febbraio e marzo.
Il partito al-Wefaq è stato uno dei principali animatori dei disordini e delle rivolte, iniziati a febbraio, che hanno scosso il Bahrain. In un Paese a maggioranza sciita, ma governato da una famiglia reale sunnita, il popolo chiedeva più democrazia e meno discriminazioni. Nel corso della sollevazione popolare, sull’onda della “primavera araba”, sono morte 24 persone, tra cui 4 poliziotti.
La decisione di al-Wefaq di aderire al cosiddetto “dialogo nazionale” conferisce credibilità al processo, già molto criticato da alcuni attivisti per non aver incluso membri chiave della famiglia reale e del governo. Il forum nazionale riunisce 300 partecipanti, provenienti da partiti politici, Ong, media, parlamento, sindacati e mondo imprenditoriale.
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