Baghdad, nessun accordo fra Iran e i 5+1
Baghdad (AsiaNews/ Agenzie) - Un'intesa per un nuovo round di negoziati a Mosca, ma nessun accordo sul blocco del programma nucleare iraniano e sanzioni economiche. È quanto emerge dalla due giorni di incontri fra Iran e i 5+1 (i membri rappresentanti del Consiglio di sicurezza Onu - Stati Uniti, Russia, Cina, Gran Bretagna e Francia, più la Germania) che si sono conclusi ieri a Baghdad. Iniziati con la speranza di raggiungere un'intesa e allontanare il rischio di una guerra con Teheran, i colloqui hanno deluso gran parte dell'opinione pubblica.
Saeed Jalili, a capo della delegazione iraniana, ha definito l'incontro "approfondito, ma non concluso". Egli ha rifiutato il pacchetto di proposte presentate dalle potenze mondiali considerandole inadeguate. Secondo il delegato "alla promessa da parte dell'Iran di ridurre il programma nucleare non corrisponde un immediato fermo delle sanzioni economiche Onu, né alcun riconoscimento del diritto di Teheran ad arricchire l'uranio. "I colloqui - ha dichiarato Jalili - possono avere successo solo se si fermano le azioni distruttive che colpiscono la nostra popolazione". Egli è però disposto a concordare con la comunità internazionale la percentuale di arricchimento dell'uranio. A tutt'oggi il dato si aggira intorno al 20%. Per poter realizzare un ordigno nucleare potenzialmente pericoloso, occorre che il materiale venga arricchito dell' 85% .
Catherine Margaret Ashton, alto rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza dell'Unione europea, ha sottolineato che le sei potenze mondiali hanno avanzato ipotesi in merito alle reale pericolosità di materiale fissile arricchito del 20%. Tale questione sarà uno dei temi dei colloqui di Mosca, in programma dal 18 al 19 giugno. "È chiaro - ha aggiunto la Ashton - che entrambi vogliamo fare progressi e che c'è un base su cui lavorare. Ma restano divergenze significative. Concordiamo sulla necessità di discutere ancora, per allargare i punti di intesa".
Lo scopo comune del "Cinque più uno" è contenere il processo di arricchimento dell'uranio in un accordo trasparente e verificabile, per portare l'Iran a sospendere la produzione di uranio arricchito al 20% e rinunciare all'uranio già arricchito in cambio di combustibile per i reattori "pacifici". Per Teheran ora è invece prioritario ottenere la fine delle sanzioni che isolano il Paese e danneggiano l'economia. Secondo gli esperti è fondamentale raggiungere un'intesa in tempi rapidi, per evitare un aumento delle tensioni fra Iran, Israele e i suoi alleati. Nei giorni scorsi Ehud Barak, ministro della Difesa israeliano, ha sottolineato che l'accordo sottoscritto lo scorso 22 maggio fra Iran e agenzia delle Nazioni Unite per l'energia atomica (Aiea) sull'ispezione dei siti nucleari, non esclude la possibilità di un attacco.
Intanto, l'Arabia Saudita, principale alleato degli Stati Uniti nel contrasto all'Iran, cerca di allargare la sua egemonia sugli Stati della Penisola araba, secondo gli analisti in funzione anti - Teheran. Il progetto portato avanti dal regno islamico, prevede la creazione di una Unione, sul modello di quella europea. Essa sarebbe formata da Arabia Saudita, Bahrain, Qatar, Oman, Emirati arabi uniti e Kuwait, gli attuali membri del Consiglio di cooperazione del Golfo. Al momento il primo Stato ad aderire a tale proposta è stato il Bahrain. Non a caso il governo di Manama, sunnita, ha dato il via a una campagna di dura repressione contro la maggioranza sciita. Da oltre un anno la popolazione sciita chiede una riforma democratica del Paese, ma viene bollata come alleata di Teheran, anche con il benestare dei Paesi occidentali. In questi giorni migliaia di persone sono scese in piazza per protestare contro l'unione con l'Arabia Saudita, dopo il fallito tentativo in aprile di bloccare il Gran premio di Formula 1.
E oggi, una corte ha condannato a un mese di carcere Zainab al-Khawaja, figlia del noto dissidente Abdulhadi al-Khawaja, per aver organizzato una protesta contro il governo. Suo padre Abdulhadi è stato uno dei primi a denunciare i soprusi del regime del Bahrain contro la popolazione sciita. In carcere dal 2011, in gennaio egli ha dato il via a uno sciopero della fame durato oltre tre mesi.
L'uranio fissile presente nelle armi nucleari contiene circa il 85% o più dell'isotopo 235U, ed è noto come uranio a gradazione per le armi (weapon-grade). Tuttavia l'arricchimento per costruire un'arma nucleare "sporca", molto inefficiente (noto come weapon-usable) basta circa un 20% di arricchimento.