31/08/2005, 00.00
IRAQ
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Baghdad, folla di sciiti nel panico: oltre 640 morti

La tragedia durante la fuga di migliaia di pellegrini dalla moschea di Kazimiah: la calca su un ponte sul Tigri fa crollare la struttura. Le vittime in maggioranza donne e bambini.

Baghdad (AsiaNews/Agenzie) – Oltre 640 morti nella capitale irachena dopo la fuga in massa da una moschea sciita per un allarme attentato che ha provocato il crollo di un ponte sul fiume Tigri.

La cifra è stata confermata dal ministero iracheno dell'Interno che ha precisato: "La maggior parte delle vittime sono donne e bambini".

Le vittime si trovavano nella moschea sciita di Al Kazimiyah, dove durante la mattinata erano stati lanciati alcuni colpi di mortaio che avevano già provocato otto vittime. I fedeli - almeno un milione, secondo quanto riferisce una tv irachena - si trovavano nel santuario per partecipare alla cerimonia di commemorazione del martirio del settimo imam, Mousa al-Kadhim, figura religiosa tra le più venerate dagli sciiti.

Dopo i primi colpi di mortaio la folla ha iniziato a correre via dal luogo e si è accalcata all'estremità di un ponte sul Tigri dove è corsa la voce della presenza di 2 kamikaze in procinto di farsi esplodere. Per il panico la ressa è divenuta incontrollabile ed ha provocato per soffocamento o calpestamento la strage che si è conclusa con il crollo del ponte.

"I nostri cuori – ha detto in televisione Mohammed Al Kubaisi, portavoce del Consiglio degli Ulema sunniti - sono colmi di dolore per le vittime della tragedia di Khadimiah ma è ovvio che è in atto un complotto per disgregare il tessuto sociale dell'Iraq". Al Kubaisi ha poi invitato i sunniti "soprattutto gli abitanti del quartiere sunnita di Al Adamiah" a dimostrare la loro solidarietà "donando sangue ai feriti ed aiutando i bisognosi di soccorso".

Ahmed Abdel Ghaffur Al-Samarrai, il presidente dell'Ufficio che rappresenta i sunniti arabi iracheni, dice: "Temiamo ritorsioni degli sciiti, e in particolare di quelli che vivono nel quartiere di Al-Adhamiya, che si trova proprio accanto a quello di Qadhimiya dove è accaduta la tragedia di oggi". "Noi condanniamo l'attentato che ha colpito oggi gli sciiti - continua Al-Samarrai - e vogliamo che l'Iraq rimanga unito. Temiamo che questa tragedia possa scatenare una guerra civile e abbiamo paura di ritorsioni da parte degli sciiti".

Il primo ministro Ibrahim Al-Jaafari ha annunciato che il paese osserverà tre giorni di lutto per la tragedia che ha colpito la comunità sciita del paese.

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