Baghdad, attentati insanguinano festa sciita: 60 morti e 300 feriti in tre giorni
Questa mattina sette vittime in un doppio attacco nella zona est e a sud della capitale. Ieri 30 morti e oltre 100 feriti. Un testimone: fra le vittime alcuni sunniti che distribuivano cibo e acqua ai pellegrini sciiti. La festa celebra l’imam Moussa al-Khadim, leader religioso dell’VIII secolo.
Baghdad (AsiaNews/Agenzie) – Continuano gli attacchi contro i pellegrini iracheni sciiti in visita al santuario dedicato all’imam Moussa al-Khadim, a nord di Baghdad. Questa mattina sono morte sette persone in due diversi attentati, almeno 70 i feriti. Il bilancio totale delle vittime negli ultimi tre giorni è di 60 morti e oltre 300 feriti. La festa dedicata al leader religioso sciita – vissuto nell’VIII secolo, settimo dei 12 imam sciiti della tradizione – si conclude oggi.
Fonti ufficiali irachene confermano la morte di quattro persone (46 i feriti) nel quartiere di Bab al-Muazam, nella zona orientale della capitale, per l’esplosione di una bomba piazzata ai margini della strada. Sempre in mattinata, un’autobomba è esplosa nel distretto sud-orientale di Mashtal causando tre vittime e almeno 30 feriti.
Gli attentati di oggi sono solo l’ultimo episodio di una scia di sangue che ha macchiato la festa dedicata all’imam Moussa al-Khadim che, ogni anno, richiama a Baghdad centinaia di migliaia di pellegrini sciiti da tutto il Paese e dal vicino Iran. Ieri sono morte almeno 50 persone e altre 100 sono rimaste ferite, in una serie di attacchi in diverse aree della capitale.
Il più grave è stato compiuto da un attentatore suicida, che ieri si è fatto saltare in aria mischiato fra la folla dei fedeli: almeno 30 le persone uccise. Il kamikaze ha colpito mentre i pellegrini attraversavano il distretto di Adhamiya, a maggioranza sunnita, per raggiungere la moschea di Moussa al-Khadim. Un abitante di Adhamiya racconta le concitate fasi dell’attentato: “Abbiamo avvertito una forte esplosione – riferisce Saif al-Azami alla Ap – e poi le grida della gente che chiedeva aiuto. Ci siamo attivati per trasportare i feriti in ospedale, prima dell’arrivo delle ambulanze”. Egli aggiunge che alcuni dei suoi amici sunniti, impegnati nella distribuzione di cibo e acqua ai pellegrini sciiti, sono morti nell’attentato.
Le misure di sicurezza volute dalle autorità di Baghdad non sono servite a scongiurare gli attacchi. Le forze dell’ordine avevano chiuso al traffico l’area sciita di Kadhimya, dove sorge il santuario, e oltre 200mila fra militari e agenti presidiavano le principali vie di accesso al luogo di culto. Impedita anche la circolazione di bici, motorini e minimacchine per ridurre il rischio di attentati.
Anche in passato questo pellegrinaggio ha registrato attentati e violenze. Nel 2005 l’episodio più grave: quasi 1000 pellegrini sono morti mentre attraversavano il pone degli imam, che attraverso il fiume Tigri e unisce Kadhimya e Adhamiya. A causare la fuga disordinata dei fedeli, la notizia – falsa – di un attentatore suicida pronto a farsi esplodere in mezzo alla folla. Lo scorso anno due donne kamikaze si sono fatte esplodere vicino alla moschea, uccidendo 65 persone fra cui 20 pellegrini iraniani.
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