26/11/2024, 08.45
TURKMENISTAN
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Avaza, il lido turistico in secca del Turkmenistan

di Vladimir Rozanskij

Sulla riva orientale del mar Caspio, a pochi chilometri dalla città di Turkmenbaši, sono stati costuiti alberghi a 5 stelle, servizi di ogni genere, un aeroporto internazionale e diverse strutture per l’intrattenimento, lo sport e la ristorazione. C’è davvero tutto, soltanto che ormai manca il mare.

Ashgabat (AsiaNews) - Il complesso di Avaza in Turkmenistan rappresenta da alcuni anni il fiore all’occhiello dell’industria turistica del paese, con enormi investimenti riversati tra il 2007 e il 2017 per organizzare un villaggio turistico di primo livello sulla riva orientale del mar Caspio, a pochi chilometri dalla città di Turkmenbaši nel velayat di Balkan. Alberghi a 5 stelle, servizi di ogni genere, un aeroporto internazionale e diverse strutture per l’intrattenimento, lo sport e la ristorazione: ad Avaza c’è davvero tutto, soltanto che ormai manca il mare.

Il livello delle acque del mar Caspio si sta abbassando da molti anni, lasciando a secco i villeggianti, che spesso sono i grandi personaggi della politica e della società turkmena, a partire dallo stesso presidente Serdar Berdymukhamedov. Dov’era situata la spiaggia c’è soltanto una lunga distesa di sabbia, e per raggiungere l’acqua bisogna camminare per diverse decine di metri, quasi un miraggio nel deserto, e comunque la profondità del mare non sale oltre le ginocchia, mentre fino a tre anni fa ci si poteva immergere completamente.

Una delle cause principali è la riduzione del drenaggio dei fiumi Ural e Volga, che vengono sfruttati per alimentare i progetti idro-energetici in Russia, oltre al calo sempre più evidente delle precipitazioni. Più che sguazzare tra le onde, la vacanza di Avaza consiste in lunghe passeggiate sulle coste disseccate, con un senso crescente di malinconia. Si cerca di riorganizzare le spiagge lontano dalla riva tradizionale, con servizi di trasporto per raggiungere quel poco di acqua che rimane, e si allargano le piscine degli hotel, ma la qualità del soggiorno rimane comunque piuttosto lontana da quanto desiderato.

Il Turkmenistan non ha mai reso nota l’entità dei fondi spesi per la costruzione del centro di Avaza, chiamato solennemente “Zona Turistica Nazionale”, e soltanto alcuni hotel di lusso hanno richiesto un investimento tra i 40 e i 50 milioni di dollari ciascuno. L’abbassamento delle acque ha inoltre danneggiato la funzionalità dello stesso porto di Turkmenbaši, uno dei più nuovi del Paese, a sua volta ristrutturato senza badare a spese e inaugurato con grande pompa nel 2018. Si cerca di scavare per abbassare il fondo marittimo intorno al porto, aspirando la sabbia con grandi pompe idrauliche, con risultati assai poco efficaci.

Il porto dovrebbe favorire gli scambi con l’Azerbaigian, e su tutto l’itinerario si cerca di preservare la profondità necessaria delle acque, usando macchinari e tecniche di vario genere, per lo più importate dalla Russia sempre con grande dispendio di denaro, come raccontano gli specialisti ai vari inviati dei media, preoccupandosi di mantenere l’anonimato. Al momento dell’apertura del porto, le autorità avevano annunciato che le capacità di Turkmenbaši arrivavano a 17 milioni di tonnellate di carichi e 300mila passeggeri all’anno, ma in seguito non sono state diffuse statistiche sull’effettivo movimento di merci e persone.

Il nuovo porto avrebbe potuto iniziare una nuova relazione del Turkmenistan con gli altri Stati, superando le tradizionali chiusure della politica di regime, ma per ora ci si deve accontentare del vecchio porto di scarse dimensioni, a due chilometri dalla nuova struttura, che permette di fare piccole escursioni marittime ai villeggianti della zona. Gli abitanti e i lavoratori di Avaza e Turkmenbaši dubitano che i loro nipoti riusciranno un domani a vedere il mar Caspio, e i turisti saranno costretti a percorrere centinaia di chilometri per bagnarsi i piedi nel più grande lago salato della terra, l’antico “mare Ircano” o “mare chiuso” per le sue straordinarie dimensioni, in cui sfociano i grandi fiumi del Volga, dell’Ural e del Kura. È il vero confine tra Europa e Asia e tra molti popoli diversi della Russia, del Caucaso e dell’Asia centrale, che simbolicamente ora diventa il deserto che li allontana e li separa.

 

Foto: Wikipedia / AltynAsyr

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