Aung San Suu Kyi è malata. La dittatura cerca “pretesti” per prolungare la detenzione
Fonti birmane denunciano “accuse montate ad arte” per impedire il rilascio della leader dell’opposizione. La condanna ai domiciliari scade il 27 maggio; le condizioni di salute della “Signora” sono “serie”. Oggi a mezzogiorno il secondo medico curante ha potuto visitarla. Dall’ottobre scorso il regime militare ha arrestato 350 attivisti.
Yangon (AsiaNews) – “L’arresto del medico personale di Aung San Suu Kyi e il fermo del cittadino americano che l’ha visitata, la cui vicenda rimane per molti versi oscura, sono legati alla imminente scadenza dei termini di custodia a carico della leader dell’opposizione birmana”. È quanto afferma ad AsiaNews una fonte locale, che riferisce di “accuse montate ad arte” dalla dittatura militare per “mantenere agli arresti domiciliari la Cara signora”, le cui condizioni di salute “restano molto serie”.
“Il prossimo 27 maggio – racconta la fonte – scadono i termini di custodia cautelare. Il governo cerca ogni pretesto o espediente per giustificare una proroga del provvedimento”, incurante delle sue condizioni di salute che “non sono buone: è molto debole e fatica a mangiare”. La Nobel per la pace è disidratata, la pressione è molto bassa e necessita di flebo per nutrirsi. La giunta militare ha inoltre arrestato Tim Myo Win, il primo medico della “Cara signora” e uno dei pochissimi autorizzato a incontrarla.
Il fermo del medico sembra legato alla cattura di un cittadino americano, il 53enne John Willian Yeatta, per due giorni nascosto nella villa della leader dell’opposizione. L’uomo è stato bloccato mentre cercava di allontanarsi, sempre a nuoto, nelle acque del lago Inya, sulla cui riva si affaccia la villa dove è rinchiusa Aung San Suu Kyi. “La vicenda – sottolinea la fonte di AsiaNews – presenta molti lati oscuri. A breve il governo dovrebbe fare una dichiarazione ufficiale”. Dall’ambasciata degli Stati Uniti è stata avanzata più volte la richiesta di incontrare l’uomo, sempre respinta dai vertici militari.
Aung San Suu Kyi è il simbolo di una lunga lista di detenuti politici in Myanmar, formata da monaci buddisti, membri del partito di opposizione Nld ed esponenti di Generazione88. Oggi Assistance Association for Political Prisoners (Burma), Ong con base in Thailandia, denuncia l’arresto di “più di 350 attivisti dall’ottobre scorso”, molti dei quali sono stati trasferiti “in prigioni situate in aree remote del Paese”, perché non possano ricevere “visite dai familiari e assistenza medica”. Essi subiscono “torture sistematiche, privazione di cure mediche e condanne decennali”. Nelle carceri birmane vi sono 127 prigionieri politici in precarie condizioni di salute, 19 dei quali necessitano di “cure immediate”. Le medicine vengono consegnate versando “tangenti alle guardie carcerarie”, in un sistema di corruzione “diffuso ed endemico”.
Fra gli ultimi sviluppi, AsiaNews ha ricevuto la notizia che “oggi a mezzogiorno il secondo medico ha avuto l’autorizzazione a visitare a Aung San Suu Kyi”. Pyone Moe è rimasto per più di tre ore nella casa della leader dell’opposizione; nel fine settimana la giunta militare aveva più volte respinto la richiesta avanzata dal medico.
Vedi anche