Aumentano le incursioni cinesi lungo il confine con l’India
Pechino (AsiaNews/Agenzie) - Sono aumentate nel 2008 le incursioni cinesi lungo i 4.057 chilometri di confine con l'India e New Delhi ha risposto riaprendo una pista aerea a 4.960 metri sul livello del mare subito dietro il confine. La vera posta è la parte del Tibet in possesso dell'India, che Pechino rivendica.
I confini sono incerti dopo la guerra di frontiera del 1962 che l'India ha perso. New Delhi rivendica circa 38mila chilometri quadrati (kmq) in mano cinese nella zona Aksai Chin, nell'angolo nordorientale di Jammu e Kashmir, come pure i 5.180 cq di Kashmir che la Cina ha occupato e ceduto al Pakistan nel 1963. Pechino chiede i circa 90mila kmq che sono la gran parte dello Stato indiano dell'Arunachal Pradesh e che chiama il "Tibet medidionale".
A metà giugno entrambi hanno ribadito che la disputa va risolta attraverso i colloqui già avviati, ma nei primi 6 mesi dell'anno la Cina ha compiuto più di 65 incursioni nello Stato indiano del Sikkim. Il Sikkim non è conteso e molti ritengono che la Cina voglia solo aumentare la pressione su tutto il confine per ottenere l'Arunachal Pradesh, in specie Tawang. Tawang, su altopiani alti 3.400 metri al confine con Bhutan e Tibet, è un corridoio strategico tra Lhasa in Tibet e l'indiana Valle del Brahmaputra e darebbe alla Cina miglior controllo sull'intera zona. Ha anche grande significato storico per i buddisti tibetani e qui sorge il loro secondo maggior monastero dopo il Palazzo Potala a Lhasa: forse la principale roccaforte della loro religione e cultura dopo il genocidio culturale in atto nel Tibet. E' anche una zona fertile e ricca di minerali. Esperti ritengono che Tawang completerebbe il controllo sulla regione tibetana e dare valore all'affermazione che il Tibet fa parte della Cina, mentre per l'Aksai Chin passa la principale via dalla Cina al Tibet attraverso Kashgar, l'unica agibile tutto l'anno.
Proprio per questo i tibetani e il Dalai Lama insistono che Tawang e l'Arunachal Pradesh sono parte dell'India, mentre Pechino dice di volerlo riunire al restante Tibet quale "territorio cinese".
Ma New Delhi afferma che la pretesa viola precedenti accordi e che non può cedere milioni di persone da sempre indiani. Intanto investe miliardi di dollari per migliorarne i collegamenti con il Paese, rinforza le strutture militari nella zona e dopo decenni a marzo ha riaperto il campo aereo di Daulat Beg Oldi a Ladakh, nello Stato di Jammu e Kashmir, a 4.960 metri di altezza, idoneo per trasportare truppe e materiali ma anche quale base di raid aerei, a soli 8 chilometri dal confine e non lontano dalla autostrada Karakoram che collega Cina e Pakistan.
Shantonu Choudhry, ex vicecomandante dell'esercito indiano, osserva che Pechino non vuole alimentare contrastri prima delle Olimpiadi, ma non si può escludere che dopo i Giochi lanci una serie di operazioni militari lungo i confini, "specie se i politici indiani si mostrano deboli e indecisi".