Aumentano le donazioni d’organi, sulle orme del cardinal Kim
Seoul (AsiaNews) - Mentre la Corea del Sud celebra il secondo anniversario della morte del cardinal Stephen Kim Sou-hwan, che è caduto ieri, un’agenzia governativa ha annunciato che il numero di dichiarazioni di donazioni di organi ha superato per il secondo anno consecutivo le 100mila unità. Si tratta di un numero molto importante in una nazione di tradizione buddista, dove la donazione di organi post-mortem è sempre stata vista con molto sospetto: secondo alcuni, questa crescita deriva dall’esempio del porporato, che si è battuto per decenni a favore dell’espianto.
Secondo il Network coreano per la condivisione degli organi (Konos), nel corso del 2010 sono state presentate 124.300 domande singole per la donazione degli organi post-mortem; si tratta di una leggera flessione rispetto alle 185.000 domande presentate nel 2009 (anno della morte del cardinale) ma è comunque un aumento vertiginoso rispetto alla media degli anni precedenti.
Secondo un rappresentante del Konos “l’esempio fornito dal cardinale Kim ha cambiato l’atmosfera sociale riguardo l’argomento. Ci aspettiamo sul lungo termine un aumento graduale ma costante delle richieste da parte della popolazione”. Il defunto presule, rispettato da cattolici e non cattolici, ha ispirato moltissimo la società donando i suoi occhi a due pazienti; soprattutto, aveva espresso l’intenzione di cedere i propri organi sin dagli inizi degli anni Novanta.
Con il motto di “dare tutto e lasciare questa terra senza niente”, il cardinale ha creato un gruppo per la donazione degli organi – l'"One Body, One Spirit” – nel 1988, con lo scopo di “condividere la vita con gli altri”. Secondo i dirigenti del gruppo, “le donazioni continueranno grazie al cardinale Kim. È importante capire che condividere è un seme positivo per tutti. In linea con questo, uniamo circoli religiosi e organizzazioni private per ottenere il massimo”.